Chetosi: E’ Un Processo Benefico o Nocivo Per La Salute In Generale?

La chetosi, come detto, è un meccanismo che riguarda l’assetto metabolico del corpo e che porta alla produzione di grandi quantità di chetoni che cricolano nel sangue.

Si innesca nel momento i cui l’organismo, non trovando più zuccheri per produrre energia, si rivolge ai grassi che trova negli strati adiposi del corpo. Il glucosio (gli zuccheri che si ottengono dalla sintetizzazione dei carboidrati) è, di solito la fonte energetica preferita per la maggior parte delle cellule dell’organismo.

E’ un processo che può verificarsi in determinati periodi della gravidanza, dell’infanzia, mentre si digiuna o durante una carenza di cibo. Principalmente però, è diventato un “fenomeno” conosciuto come la conseguenza diretta di una scelta alimentare ben precisa: la dieta chetogenica.

Per “dare fuoco alla miccia” della chetosi è necessario non superare i 50 gr di carboidrati al giorno, anche se l’assunzione esatta per garantirsi uno stato chetonico dipende da individuo ad individuo.

Probabilmente alcuni alimenti andranno evitate come:

- cereali

- dolciumi

- bevande zuccherate

Altre … fortemente ridotte, come:

- legumi

- patate

- frutta

Quando si seguono i precetti di un’alimentazione chetogenica, a bassissimo contenuto di carboidrati, si abbassa il livello dell’insulina e grandi quantità di acidi grassi vengono rilasciate nel sangue dai depositi adiposi dell’organismo.

Molti di questi acidi grassi vengono trasportati nel fegato, dove subiscono un processo di ossidazione e trasformati in chetoni (corpi chetonici), delle molecole che sono delle “monete energetiche” che il corpo può spendere per vivere. E, a differenza degli acidi grassi, i chetoni possono attraversare la barriera emato-encefalica e fornire al cervello il carburante di cui necessita per funzionare quando mancano gli zuccheri

L’assunto che il cervello si possa nutrire solo con il glucosio (gli zuccheri) è spesso accettata ma resta furoviante. E’ vero che rimane la fonte energetica preferita da quell’organo e per alcune tipologie di cellule cerbrali è la sola possibile.

Ma la verità è che il cervello può estrarre energia dai chetoni, cosa che è successo spesso nella storia dell’uomo e che succede tutt’ora come nei periodi di carestia e quando osserviamo un alimentazione senza carboidrati.

Si calcola che dopo tre giorni di digiuno il cervello riceva il 25% del fabbisogno energetico dai chetoni. Una percentuale che può arrivare al 60% quando l’astinenza dal cibo si fa, temporalmente, più lunga.

Da ricordare inoltre, che il nostro organismo, attraverso un processo chiamato “glucogenesi” può riuscire ad estrarre energia anche delle proteine e da altre tipologie di molecole.

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