Come Combattere La Depressione: 6 Strade Che Portano Verso L’Uscita
Questo articolo segna il punto base di un lungo percorso informativo che ha il fine di darti tutte le informazioni utili per imparare come combattere la depressione. Un tragitto che si comporrà di vari post che approfondiranno i singoli punti che esporrò in questo articolo.
Allora ... come si combatte la depressione?
La depressione è una malattia devastante. E non credo aspettavi me per scoprirlo.
E’ un’onda “nera” che si abbatte sulla vita di una persona per sbatterla a terra senza più energia e senza più vitalità. Gli strappa via ogni barlume di voglia di lavorare, amare, giocare e gioire.
Un “male oscuro” di fronte al quale non hai mai la certezza di trovare riparo o una via di uscita. L’ho imparato nel mio lavoro di psicologa: mai sottovalutare la forza intrusiva della depressione.
Può arrivare fin dove non ti saresti aspettato. Può nascondersi nei meandri più angusti della mente umana. Può “scivolarti” tra le mani proprio nel momento in cui pensi di averla “in pugno”. Può continuare a celarsi anche dietro ad un “ritrovato” sorriso.
Nonostante questo non mi tiro indietro e affermo ancora una mia convinzione ferrea: ci si può liberare dalle spire oppressive della depressione.
Per imparare come combattere la depressione, ci sono degli step progressivi da osservare. Ti assicuro però che il traguardo, tanto ambito da chi ne soffre, può essere raggiunto.
Serve però la disponibilità mentale che molti fanno fatica a concedersi: quella che prevede una RIVOLUZIONE nel proprio stile di vita (nel modo di comportarsi e nel modo di pensare). E’ necessario immergersi in un programma curativo a 360 gradi che non lasci nulla al caso: né i nostri bisogni fisici, né quelli emotivi e psicologici.
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Come Combattere Nella Depressione: Cambiando …
In fondo sono convinta che la depressione non è altro che il modo utilizzato dalla vita per dirti una semplice cosa: c’è QUALCOSA da CAMBIARE nella tua esistenza!
Penso che non sia un caso, infatti, che la depressione abbia assunto una diffusione quasi “pandemica” negli ultimi anni.
Proprio in un momento storico in cui la vita quotidiana della maggior parte di noi ha raggiunto una frenesia oramai “insopportabile” per come siamo stati programmati da milioni di anni di evoluzione, il diffondersi pervasivo del “male oscuro” va preso come un segnale chiaro e inequivocabile: è ora di fermarsi e riflettere su ciò che ci fa veramente bene e ciò che ci fa male!
Ecco perché continuo a sostenere che CHIUNQUE può guarire dalla depressione anche se NON TUTTI alla fine ci riescono: è nel “terreno esistenziale” che noi stessi ci siamo creati che cresce la depressione e trovando il coraggio di curare meglio il nostro “giardino” interiore ed esteriore possiamo trovare la via d’uscita verso una vita piena e appagante in ogni suo aspetto.
Che tu abbia una diagnosi di depressione ufficiale o meno, che ne accusi solo i primi sintomi o ne sei “invaso” fin nelle ossa da anni, che tu voglia “prevenire” il suo possibile sopraggiungere o che tu sia spinto solo dalla curiosità di apprendere una metodologia per “vivere meglio”, quello che ti esporrò nelle prossime righe ti può DAVVERO essere di aiuto e può spingerti a voler “riveder le stelle” anche se hai ancora i piedi immersi nell’inferno.
Imparare come combattere la depressione con efficacia non è un miraggio irrealizzabile!
Dove Voglio Portarti? A Non Avere Più Paura
Vorrei condurti sulla spiaggia dello “STARE BENE”, dove il peso si avvicina a quello ideale, dove l’energia vitale continua a scorrere nelle vene, dove la pressione sanguigna è sotto i livelli di guardia, dove il cuore pulsa come una locomotiva, dove le difese immunitarie sono impenetrabili, dove l’infiammazione non trova terreno fertile per “sopravvivere”, dove la tua mente diventa un’arma potente a tuo completo servizio e dove un senso di benessere diffuso diventa la frequenza “normale” della tua giornata.
Penso tu abbia capito, dobbiamo andare agli antipodi di dove ti trovi adesso o di dove si trova la persona che vorresti aiutare.
Sarà un viaggio lungo ma ti fornirò una bussola, ci saranno delle tempeste da attraversare ma saprai sempre dove devi andare. E avere una direzione è l’elemento decisivo per sbarazzarsi dalle zavorre della depressione: quello che ci permette di NON AVERE PIU’ PAURA!
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Come Curare La Depressione: Dal Problema Alla Soluzione
Quando si cade in depressione, si precipita in un baratro di sconsolazione e disperazione.
Ci si violenta con una domanda che si conficca come un coltello nella nostra anima:
“Cosa c’è che non va in me?”
Magari sei travolto dalla voglia di dormire e dal desiderio di non risvegliarti più. Il solo pensiero di risentire quel dolore pervasivo che ti porta a vedere della vita solo il suo lato infernale e a cogliere quegli occhi impietositi ma poco comprensivi di chi ti sta attorno, è devastante.
Eccolo il marchio distintivo di una depressione: una sofferenza che non si sa spiegare né a sé stessi e né agli altri
In quel difetto di comprensione ci sta la condanna di non vedere e trovare una via d’uscita.
E la depressione può arrivare anche dove, in apparenza, non ci sono gli elementi per farla crescere e prosperare. Come fosse una palma che "innaturalmente" si innalza dal ghiaccio.
Quante sono le persone gioviali e propositive che ad un certo punto non percepiscono più il senso della loro vita?
Quante sono le persone che hanno raggiunto tutti i loro obiettivi finanziari e sentimentali che, inspiegabilmente, non vedono più un futuro?
La depressione arriva a “desertificare” anche le oasi vitali più rigogliose.
In fondo, come detto, rimango convinto che tutti possiamo guarire dal “male oscuro”, ma anche che nessuno, a priori, ne è immune.
La fonte da dove è sgorgata ininterrotta la nostra voglia di vivere, può seccarsi per mille motivi che ci rimangono sconosciuti. In fondo l'elemento cardine per imparare come combattere la depressione è uno solo: prendere coscienza della nostra vulnerabilità ma anche della nostra forza.
Come Guarire La Depressione: Riconoscere Il Collegamento Con Lo Stile Di Vita
La maggior parte di chi riceve una diagnosi di depressione viene indirizzato verso un percorso farmacologico, soprattutto nelle fasi iniziali più acute. Ma almeno la metà di essi non reagisce al trattamento come ci si aspetterebbe.
I dati sono impietosi in questo senso: a fronte di una crescita imponente del consumo di antidepressivi si continua a registrare un tasso di depressione in progressiva e inarrestabile crescita da almeno un ventennio.
Un tasso che arriva a decuplicarsi rispetto a 50 anni fa e che ci fa cadere addosso un quesito come fosse un macigno: perché il genere umano è diventato così vulnerabile ad una malattia mentale così pervasiva?
Di sicuro la causa genetica non può soddisfare la nostra sete di sapere, perché non potrebbe spiegare una tale impennata di casi in così poco tempo.
Quello che emerge incrociando i dati, è una situazione in cui la depressione si diffonde a macchia d’olio, quasi in modo esclusivo, in tutti i paesi industrializzati dove lo stile di vita ha dovuto adeguarsi a nuovi ritmi e comportamenti di vita. L'incidenza della depressione rimane invece marginale in tutte quelle culture che adottano ancora o promuovono un modo di vivere più vicino ai tempi naturali. Uno stile che ha contraddistinto i nostri avi: i cacciatori-raccoglitori.
Come dire: l’innaturalità di una malattia che ci toglie la voglia di vivere è legata a doppio filo all’allontanamento dalla natura a cui abbiamo condannato le nostre vite.
Un elemento decisivo da conoscere se si vuole apprendere come superare la depressione.
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Combattere La Depressione: Una Guerra Contro Le Anomalie Della Modernità
Più il nostro stile di vita sposa le esigenze richieste da una modernità fatta di estrema velocità e di pervasiva meccanizzazione dei comportamenti e più la nostra anima sfiorisce e la depressione prospera.
In fondo, più di qualche esperto dell’evoluzione lo afferma da tempo: il nostro corpo non può sostenere il cambiamento repentino, nei comportamenti e negli atteggiamenti, a cui la moderna società ci impone di adeguarci.
Considera che il nostro patrimonio genetico è lo stesso di quel cacciatore-raccoglitore che doveva guadagnarsi la vita ogni santo giorno, trovando del cibo e raccattando un posto in cui dimorare.
Un corpo umano rimasto uguale e che ha subito l’impatto con la modernità. Le conseguenze negative in termini di salute sono sotto gli occhi di tutti: obesità, diabete,malattie cardiache e neurologiche. Problematiche da considerare oramai come malattie pandemiche.
Affezioni dovute da una presenza “ossessiva” di cibo in ogni “dove e quando” mentre i nostri cervelli sono ancora cablati sul quel “bisogno di cibo” che possedeve un senso solo quando alimentarsi era una sfida da vincere ogni giorno. Ma oggi, quella "necessità" di riempire lo stomaco che ci dervia dall'evoluzione, diventa un flagello perchè il nostro problema non è più "trovare" cibo ma "resistergli".
Ma se l’obesità con tutte le conseguenze devastanti sulla salute umana, è il prodotto di uno sconsiderato cambiamento comportamentale, non può esserlo anche la depressione?
Se la modernità ci sta distruggendo a livello fisico, non può farlo anche a livello mentale?
Ci sono tanti, tantissimi elementi che ci portano a confermarlo e conoscerli significa fare un passo in più sulla strada del "come combattere la depressione"
La Felicità E’ Un Modo Di Vivere Più Che Un Risultato Da Conseguire
Noi viviamo in un periodo storico in cui la soddisfazione dei bisogni primari è diventata un diritto di nascita.
Abbiamo tutto quello che ci serve, non solo per assolvere alle nostre necessità vitali. Chi vive nella società moderna e industrializzata può ambire a soddisfare le proprie esigenze fisiche, emotive e psicologiche come mai successo nella storia.
Il nostro è un mondo di opportunità “comode” che il nostro antenato cacciatore-raccoglitore nemmeno si poteva immaginare.
Eppure resta un fatto inspiegabile: noi abbiamo conosciuto la depressione e lui no!
L’uomo moderno spesso sprofonda in una disperazione interiore immobilizzante mentre, sempre restando nell’odiernità, le poche popolazioni selvagge che ancora soppravvivono e che ancora perseguono un modello di vita simile a quel cacciatore-raccogliatore primitivo, sperimentano le fatiche fisiche quotidiane ma sembrano immuni agli attacchi del “male oscuro”.
Questi “primitivi” moderni, sulla carta, sono più esposti ad infortuni, morti precoci e a tutti quegli eventi spiacevoli che per noi, si rivelano spesso la miccia che accende l’incendio devastante della depressione nella nostra anima.
Perché questi selvaggi sono più bravi ed efficaci nel “navigare” tra le immancabili “tempeste” della vita?
La risposta è più chiara ed evidente di quanto questa domanda voglia lasciar intendere: seguono uno stile di vita ANTIDEPRESSIVO!
Ecco il segreto per sapere come combattere la depressione con efficacia.
I comportamenti quotidiani del cacciatore-raccoglitore hanno la capacità di impattare positivamente sulla chimica del loro cervello. Molto più di quanto possa fare qualsiasi farmaco in circolazione. E per gran parte del suo processo evolutivo, l’essere umano ne ha benficiato. Tanto da essere in grado di affrontare situazioni ben più stressanti e devastanti di quelle a cui noi spesso ci “arrendiamo”, senza nemmeno “combattere”.
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Come Sconfiggere La Depressione: Le 6 Armi A Tua Disposizione
Con l’affermarsi progressivo ed inesorabile della tecnologia la capacità “protettiva” di quel modo di vivere da cacciatore-raccoglitore è stata minata nelle fondamenta.
Pian piano, così, la depressione si è trasformata in un’onda travolgente che ha iniziato ad invadere e devastare sempre più aspetti della nostra vita quotidiana: dai nostri rapporti interpersonali al nostro lavoro, dalle nostre relazioni sentimentali alle nostre passioni.
Devi comprendere che il progetto evolutivo del nostro cervello non comprende la lingua della “sedentarietà”.
Questo lavoro punta tutto sulla riscoperta dei sei elementi in grado di proteggere la nostra anima dall’oscurità della depressione dove la voglia di vivere viene soffocata nella disperazione di non “vedere” e “percepire” un senso per la propria esistenza.
Questi sei elementi sono:
1- L’apporto consistente di acidi grassi omega 3 dal proprio regime dietetico
2- Svolgere attività che ci sappiano coinvolgere fisicamente, mentalmente ed emotivamente
3- Praticare esercizio fisico con costanza
4- Esporsi alla luce del sole con regolarità
5- Curare i rapporti sociali
6- Migliorare la qualità del proprio sonno
Sono proprio questi 6 elementi che sono al centro di un progetto di ricerca americano, il Therapeutic LifeStyle Change, che potremmo tradurre in Cambiamento Terapeutico dello Stile di Vita, che si presenta come un nuovo rivoluzionario approccio alla “malattia” della depressione.
Una proposta curativa che punta sulle risorse naturali e comportamentali per far tornare la gioia di vivere senza esporsi ai fastidiosi e nocivi effetti collaterali, tipici degli approcci farmacologici.
I primi riscontri, analizzando le reazioni di chi ne ha seguito i dettami, sono stati entusiasmanti e ci sono tutti gli elementi per considerare questa metodologia una nuova freccia da mettere nella faretra di tutti quelli che vogliono liberarsi dalla despressione o aiutare le persone a scrollarsi di dosso le ombre del “male oscuro”.
1- Come Si Cura La Depressione: Gli Acidi Grassi Omega 3
Sei consapevole che il tuo cervello è composto principalmente da grasso?
Se lo pensi un tentativo di farti confusione ti sbagli: è comprovato che il 60% del peso della tua massa cerebrale è coperto dal grasso.
Gli acidi grassi (le molecole composte da determinate tipologie di grasso) svolgono un ruolo determinante nella costitutizione delle cellule cerebrali e nella costruzione delle fibre neuronali.
La fortuna è che il corpo, quando in piena salute, è perfettamente in grado di produrre gran parte delle molecole di grasso di cui il corpo abbisogna. Ma ci sono alcune tipologie di queste che devono essere introdotte dall’esterno e in specifico, ottenute dal cibo che compone la nostra dieta.
Tra queste, il gruppo che per funzionalità e efficacia va considerato il più importante è quello degli acidi grassi omega 3. Dei grassi letteralmente determinanti per la buona funzionalità cerebrale.
In natura si trovano in abbondanza nel pesce, nelle noci, nella selvaggina, nei semi e nella verdura a foglia verde. Non credo, per quello che ci siamo detti fin qui, che la troverai una fatalità il fatto che questi sono tutti cibi fortemente presenti nella dieta dell’antico o moderno cacciatore-raccoglitore.
La Presenza Degli Omega 3 Nella Nostra Storia Evolutiva
E’ un fatto accertato che i nostri antenati primitivi assumevano una quantità di acidi grassi, dalle cinque alle dieci volte maggiore, rispetto a quella che assumiamo noi.
La dieta comune dei paesi industrializzati può essere tranquillamente definita “povera” in acidi grassi omega 3.
Rifletti solo sul fatto che ai tempi di tuo bisnononno i bovini da cui ricavavamo la carne per sostenerci, si nutriva all’aperto in simbiosi con l’ambiente che abitava e si nutrivano di erba fresca e piante selvatiche, vere e proprie fonti di omega-3. Allora, ti assicuro che la carne di manzo ci faceva bene e ci apportava notevoli vantaggi.
I bovini di oggi, al contrario, sono per lo più nutriti di cereali industriali e imbottiti di antibiotici. La loro carne, in contenuto di omega-3, si letteralmente impoverita. Stessa questione sollevata per il pesce che riesce a inondare le tavole di tutto il mondo solo grazie all’allevamento intensivo e nutrizionalmente deficitario.
Ecco che il nostro cervello è rimasto con gli stessi bisogni nutitivi in termini di acidi grassi omega-3 di un secolo fa ma il cibo che imbadisce la nostra tavola oggi non è più in grado di garantircelo. E se questi grassi sono da sempre fondamentali per il buon funzionamento del nostro cervello, la loro progressiva mancanza ha aperto la porta ad una serie di malattie neurologiche e mentali a cui anche la depressione appartiene.
Il Legame Tra Depressione E Mancanza Di Omega 3
Le indagini parlano chiaro, in tutte i luoghi in cui si registra un maggior consumo di acidi grassi omega-3, il tasso di depressione è sostanzialmente più basso rispetto agli altri.
I medici clinici che si sono avvicinati a queste risultanze hanno iniziato a somministrare degli integratori di omega-3 ai loro pazienti depressi, registrando risultati decisamente incoraggianti.
Esiste, per esempio, uno studio britannico ha analizzato le reazioni di un gruppo di persone depresse che seguivano un programma farmacologico per tentare di contenere la loro problematica. Ad una parte di essi, pur continuando con l’assunzione dei farmaci previsti, fu data un integrazione di acidi omega-3 per un determinato periodo.
I risultati furono chiari: il 70% di chi ha ricevuto l’integrazione di omega-3 ha iniziato a ripredersi rispetto al solo 25% di quelli che hanno seguito il solo percorso farmacologico.
Questo studio che trovi, insieme ad alcuni altri tende a confermare la grande potenzialità antidepressiva degli acidi grassi omega-3. Visita questa pagina per dare un occhiata alle ricerche svolte su questo aspetto: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5481805/
Puoi anche dare un occhiata ad un post del nostro blog che cerca di scandagliare il rapporto tra l’azione degli acidi grassi omega-3 e la cura della depressione:
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2- Come Combattere La Depressione: Le Attività Coinvolgenti
Sappiamo che la depressione è intimamente legata ad un processo di pensiero tossico che viene definito con il termine di “rimuginazione”. Non è altro che l’abitudine o meglio il vizio di soffermarsi e trastullarsi sui pensieri negativi che ci passano per la testa, rendendoli fastidiosi e ridondanti all’interno delle pareti della nostra mente.
Credo che si possa dire, senza essere smentiti, che un po’ tutti, talvolta, ci lasciamo andare alla rimuginazione.
Può essere considerata come una reazione naturale di fronte ad eventi che, nell’immediato, ci travolgono e sconvolgono. Quando il suo arco di azione è breve e limitato nel tempo può rivelarsi persino utile a farci capire cosa è andato storto in una determianta situazione che ci ha visto coinvolti. Una spinta a fare meglio in futuro, insomma.
Il problema è quando il rimuginare diventa uno stato del nostro essere che non ci abbandona e ci accompagna per tutto il giorno. Indugiamo a lungo su quei pensieri negativi e catastrofici che ci tengono inchiodati in un’atmosfera depressiva e poco proattiva. Così quella sensazione di dolore e sofferenza si autoalimenta e si fa sempre più forte e si autoalimenta.
Ed è noto che le persone depresse sono dei “campioni” di rimuginazione.
Ma Come Si Fa Smettere Di Farlo?
Cosa bisogna fare per spezzare l’incatesimo malefico che ci porta alla mente sempre quel pensiero affossante … ancora, ancora e poi ancora?
Parti da un fatto che puoi sperimentare da solo: la rimuginazione è possibile solo dove c’è del tempo da dedicarci, libero da altre faccende. Questi pensieri intrusivi hanno il via libera solo in una mente che non è occupata da altro di interessante e coinvolgente.
Ecco allora che si rimugina quando si rimane bloccati nel traffico, sul divano davanti ad un programma noioso, pranzando o cenando in solitudine o quando ci si blocca a fissare il vuoto …
Questi sono degli esempi tipici in cui l’assenza di “occupazione mentale” apre la porta alla rimuginazione. Per riassumere, è la solitudine annoiata il terreno fertile per quei pensieri negativi che sanno bene come piantare radici profonde nella nostra mente.
Nell’interazione interessata con un’altra persona o nello svolgere un attività che ci sappia coinvolgere dal punto di vista psico-emotivo, non c’è spazio per la rimuginazione.
In fondo, basta davvero poco … se sei bloccato nel traffico circondato da un nugolo di pensieri negativi minacciosi potrebbe bastare una canzone che ci piace davvero sulla radio e alzare il volume per goderci le sue note e parole per togliere aria vitale alla rimuginazione.
Nel seguente articolo approfondisco questo aspetto:
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3- Come Vincere La Depressione: L’Esercizio Fisico
I nostri avi, cacciatori-raccoglitori, passavano la vita in uno stato di forma fisica praticamente perfetto.
Svolgevano una mole di esercizio fisico che gli occupava intere ore della giornata. Un’intensità di allenamento che oggi sarebbe paragonabile a quella degli atleti professionisti.
Potevano ritrovarsi a camminate cinque o dieci chilometri al giorno, alla ricerca di cibo e acqua con cui sfamare e dissetare il gruppo di appartenenza.
Si costruivano da soli le loro abitazioni e questo significava dover maneggiare tronchi e altri materiali pesanti.
Eseguivano con regolarità i loro riti che consistevano spesso in danze ritmate e intense.
Insomma … non c’è alcun dubbio che la vita del cacciatore-raccoglitore era caratterizzata da un intenso allenamento fatto di corse, sprint, sollevamenti, arrampicate e allungamenti muscolari che veniva eseguito su base quotidiana.
La vita moderna, in cui siamo immersi, al contrario, si distingue per una pervasiva e diffusa sedetarietà che ci porta ad essere costantemente fuori forma.
La più grande distanza percorsa da molti di noi quotidianamente è quella che separa il nostro divano dal nostro frigo.
Un vero peccato perché c’è una considerazione da fare che non può essere contraddetta: l’esercizio fisico è un potentissimo antidepressivo.
L'Esercizio Fisico Ha Effetti "Farmacologici"
Alcuni studiosi hanno effettuato una ricerca in cui hanno messo a confronto gli effetti antidepressivi dell’esercizio fisico e dello Zoloft (un farmaco antidepressivo comunemente prescritto).
E’ risultato che anche con una "dose" bassa di allenamento ( circa trenta minuti di camminata veloce tre volte alla settimana) si riusciva ad eguagliare gli stessi benefici del farmaco menzionato sopra.
Ma la cosa più soprendente è che chi si era affidato al farmaco aveva il triplo delle probabilità di ricadere nel pozzo nero della depressione rispetto a chi aveva deciso di allenarsi con continuità.
Di certo, non mancano gli studi che confermano gli effetti benefici dell’esercizio fisico sulla depressione.
L'Esercizio Fisico E' In Grado Di Cambiare La Chimica Del Cervello
Camminare, andare in bicicletta, fare jogging, sollevare pesi ecc., sono tutte attività che possono apportare grossi vantaggi in chi soffre del male oscuro.
Si sta anche progressivamente comprendendo il perché questo accada: l’allenamento fisico costante è in grado di cambiare la chimica cerebrale.
Sembra infatti che sia in grado di aumentare il livello di attività di importanti sostanze chimiche del cervello come la dopamina e la serotonina (la stessa neurochimica presa di mira da farmaci popolari come lo Zoloft, il Prozac e il Lexapro).
L'esercizio fisico aumenta anche la produzione del fattore neutrofico derivato dal cervello (BDNF) un ormone della crescita naturale responsabile della formazione di nuove cellule neuronali (la neurogenesi).
Poiché i livelli di questo ormone precipitano durante la depressione, alcune parti del cervello iniziano a ridursi nel tempo e la capacità di apprendimento e di memoria possono venire compromesse.
L’allenamento costante potrebbe invertire questa tendenza negativa, fornendo al cervello una reale ed efficace protezione.
Un Esempio ...
Anita, una studentessa universitaria di ventun anni, è stata una mia paziente.
Si è presentata alla prima seduta dicendo: "Ho lottato con la depressione, a fasi alterne, per quasi tutta la mia vita".
Abbandonata dalla madre e cresciuta da un padre alcolizzato che spesso la lasciava sola, Anita ha confessato che la solitudine e la tristezza hanno segnato pesantemente la sua infanzia e la sua adolescenza.
Le cose andarono peggiorarono quando andò al liceo, dove cadde in uno stato profondo di depressione.
Quando iniziò il trattamento, aveva smesso di frequentare le lezioni e trascorreva gran parte del suo tempo rintanata da sola nel suo appartamento.
Ho parlato con Anita all'inizio del suo trattamento del valore terapeutico dell'esercizio fisico, ma si mostrava decisamente restia a prenderlo in considerazione, visto che non era mai appartenuto al suo stile di vita.
Il solo pensiero di doversi presentare in una palestra la spaventava.
Ho cercato di rassicurarla sul fatto che uno degli elementi che l’avrebbero aiutata a uscire dalla depressione era trovare un qualche tipo di attività fisica che la facesse sentire a proprio agio.
"Credo che da piccola mi piacesse andare in bicicletta", ha ricordato, "ma non faccio niente del genere da anni".
Con un po' di incoraggiamento, accettò di riprendere in mano la sua bici per farsi qualche giro. La settimana successiva, Anita, ha iniziato a percorrere dei brevi tratti intorno al suo quartiere. Ma … a poco a poco … si spinse a pedalare per tutta la città per più di un’ora al giorno.
In poche settimane iniziò a notare un leggero miglioramento del suo umore, della sua energia e della qualità del suo sonno. Anche se era ancora immersa in uno stato depressivo, questa “piccola” svolta migliorativa sembrò accendere un barlume di speranza in lei.
Quindi, nonostante i suoi sintomi persistenti, continuò ad andare in bicicletta. Le cose continuarono a migliorare. La settimana successiva, sostenuta da un maggior livello di energia (un tipico effetto collaterale dell'esercizio fisico regolare), ha trovato il coraggio di avventurarsi a fare shopping con alcune ragazze che vivevano nel suo condominio.
Anita scoprì, con sua grande sorpresa, di essersi davvero divertita.
Fu come entrare un circolo vizioso … ma positivo: l'esercizio fisico portava ad un aumento di energia, che portava ad un umore migliore, che portava ad una maggiore attività sociale, che portava ad avere voglia di allenarsi ancora di più, che portava all'aumento ulteriore di energia, e così via.
L'Esercizio Fisico: Una "Medicina" Da Assumere Tutti I Giorni
Più cose apprendiamo sugli effetti benefici dell'attività fisica, più emerge chiaramente una verità: l'esercizio è una vera e propria medicina.
Letteralmente.
Proprio come un farmaco, è in grado di cambiare in modo affidabile ed efficace la funzione cerebrale impattando sulla produzione di sostanze chimiche e ormoni chiave del cervello.
Questo è un passaggio cruciale, ma che spesso viene ignorato.
Perché quando si associa e ci si convince che la depressione sia il risultato di uno squilibrio chimico del cervello, è facile e logico concludere che possa essere solo un sostanza chimica, e quindi un farmaco, a poter riequilibrare il tutto.
Una conclusione comprensibile ma forse non completa. I farmaci non sono l’unico modo di registrare le anomalie che si verificano a livello cerebrale.
Anche l’esercizio fisico è in grado di apportare cambiamenti profondi nel cervello, che arrivano ad essere simili a quelli prodotti dai più potenti farmaci depressivi in commercio.
Nell’articolo che ti linko qui sotto, puoi trovare tutta la spiegazione su come potresti avviare e mantenere un programma di esercizio fisico al fine di ottenere i benefici a cui ho accenato in questo paragrafo.
Voglio fornirti di un modo di allenarti che non ti apporterà la “pesantezza” di un lavoro imposto, ma che ti darà la possibilità di divertirti pur rimanendo utile a raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
In fondo, solo la sensazione di “godimento” ci può garantire la continuità e la costanza nel fare un cosa.
Sarà un programma di allenemaneto fattibile come può esserlo una passeggiata con un amico o un giro in biciletta in un parco.
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4- Come Combattere La Depressione: L'Esposizione Alla Luce Solare
Milioni di persone, soprattutto nel moderno mondo occidentale, si deprimono ogni anno, con estrema puntualità, durante i mesi bui e tetri dell'inverno.
Soffrono di un disturbo riassunto in un acronimo: SAD (Disturbo Affettivo Stagionale).
Una condizione che prende spunto dalla ridotta esposizione alla luce solare, che si verifica durante le giornate brevi, fredde e cupe che vanno da novembre a febbraio o marzo (a seconda di dove vivi).
Com'è prevedibile, il SAD, è un disturbo che colpisce in modo particolarmente duro, le persone che vivono alle latitudini settentrionali, dove la luce del giorno, in inverno, diventa davvero scarsa.
Esiste un legame profondo tra l'esposizione alla luce e la depressione, che va a coinvolgere l'orologio interno del nostro corpo.
A quanto pare, il cervello è in grado di misurare la quantità di luce che si riceve ogni giorno e utilizza tale informazione per ripristinare e regolare l’orologio biologico.
In mancanza di una sufficiente esposizione alla luce, ci disincronizziamo a livello biologico e ci creiamo non pochi problemi in tutti quei meccanismi che regolano:
- l’energia
- il sonno
- l’appetito
- il livello di secrezione ormonale
La disfunzione di questi importanti processi biologici può, a sua volta, innescare la depressione clinica.
L'Energia Vitale Della Luce Solare
Poiché la luce solare naturale è molto più “energizzante” di quella articificiale presente nelle nostre case, basterebbe anche mezz’ora di luce solare per ripristinare il nostro orologio biologico.
Anche solo la luce naturale di una giornata grigia e nuvolosa è più utile al nostro fabbisogno biologico di quella presente nei nostri ambienti interni artificiali.
Così, le persone “costrette” a passare l’intera giornata, dall’alba al tramonto, rinchiuse tra quattro mura, che siano quelle di casa o quelle dell’ufficio, spesso si scoprono a “funzionare male”
In fondo se ci pensi, il nostro avo, cacciatore-raccogliatore, passava all’esterno gran parte della sua giornata e poteva godere del massimo dell’esposizione solare.
Per noi, invece, la situazione è diversa.
Sempre più spesso, non ci preoccupiamo affatto di uscire all’aperto. E anche se lo volessimo, la maggior parte di noi non può permettersi il lusso di passare ore e ore fuori con regolarità.
Fortunatamente, potresti utilizzare una soluzione elegante e high-tech che si è dimostrata efficace nell'elevare l'umore e ripristinare l'orologio interno del corpo.
Te ne parlo, approfonditamente in questo capitolo:
5- Come Reagire Alla Depressione: Il Supporto Sociale
Gli antropologi che ancora fanno visita alle poche tribù sostanzialmente selvagge rimaste sul pianeta, sottolinenano un elemento particolare: i moderni “cacciatori-raccoglitori”, come probabilmente quelli passati, trascorrono pochissimo tempo in solitudine.
Anche nei più piccoli insidiamenti, composti da poche decine di persone, ogni attività si traveste da “occasione sociale”
Cacciare, cucinare, mangiare, giocare, cercare cibo, dormire, accudire i bambini: tutto avviene in compagnia di amici intimi e persone care.
Il fenomeno moderno della solitudine e dell'isolamento sociale, lì, sono praticamente sconosciuti.
Il contrasto con il nostro modo di vivere è evidente.
Noi spesso facciamo fatica a ritagliarci anche solo pochi minuti di tempo da dedicare alle persone a cui teniamo di più. Non solo trascorriamo molto meno tempo rispetto alle generazioni precedenti a interagire con i nostri amici, vicini e familiari, ma è anche meno probabile che stiamo insieme ad altre persone in chiesa o in gruppi civici.
Abbiamo Bisogno Degli Altri
Purtroppo, molti di noi trascorrono la maggior parte del loro tempo libero “murati vivi” nelle loro case, parcheggiati davanti a una TV o allo schermo del computer.
Trascorriamo da soli molto tempo seduti in auto, immersi nel traffico. Mangiano spesso da soli. E oramai la maggior parte dei nostri acquisti avvengono on line … da soli.
In un certo senso, l’avanzamento inesorabile della tecnologia, ha promosso e diffuso un crescente isolamento sociale.
E ricorda che la depressione fa in modo che chi ne soffre si allontani ancora di più dalle persone che le circondano.
Un Esempio ...
Gianna era una divorziata di mezza età che si è rivelata una delle pazienti socialmente evitanti che abbia mai trattato.
Era solita trascinarsi in modo discreto in ogni seduta, con gli occhi e lo sguardo fissi sui propri piedi e parlando con una voce appena udibile.
Da quando la depressione si era impadronita della sua vita l'anno prima, era diventata sempre più solitaria, allontanandosi dai suoi amici e dai suoi cari, ed evitando persino i suoi figli che vivevano non lontano da lei.
Ma quando ho appreso di più su di lei, ho saputo che, prima di cadere nella depressione, era una donna vivace e socialmente sicura di sé.
Alcune settimane dopo l'inizio del trattamento psicoterapeutico, l'ho sollecitata a pensare ad amici o persone care con cui avrebbe potuto provare a riconnettersi, e lei promise di "pensarci".
Il destino coglie sempre le intenzioni e qualche giorno dopo, sua figlia, la contattò poco per sapere se fosse stata disposta ad accudire suo nipote di due anni ogni sera dopo il lavoro per quella quella settimana. Con riluttanza, lei accettò.
Sono bastati pochi giorni di questa "terapia del nipote", per migliorare l’umore di Gianna che si riscoprì un po’ più energica.
Un cambiamento leggero ma sufficiente per donargli uno sguardo alla vita più positivo. Quindi fece il fatidico passo di offrirsi volontaria per accudire suo nipote anche per la settimana successiva. Il miglioramento umorale ed energetico fu progressivo ma costante.
Gianna rimase sorpresa dallo scoprire quanto l’interazione sociale possa influire sull’umore. A poco a poco, con il mio incoraggiamento, ha iniziato a cercare di riconnettersi anche con altre persone: un vecchio amico, un vicino di casa, un collega, l’altra figlia.
Sembrava che stesse imparando a riconnettersi con il suo vecchio sé, a riscoprire la persona che era prima che la depressione la derubasse del suo mondo sociale.
Sollecitata dai suoi progressi, Gianna è diventata determinata a mettere in pratica altri cambiamenti:
- ha iniziato a fare regolarmente esercizio fisico
- ha cominciato ad assumere un integratore di omega-3
- si è mostrata più disponibile ad uscire alla luce del sole
Con il tempo, è arrivata a notare ulteriori miglioramenti:
- dormiva meglio
- ha migliorata la capacità di concentrazione
- gli è tornato l’appetito
- percepiva la forza della fiducia in sé stessi scorrergli nelle vene.
Dopo 4 mesi era praticamente uscita dalla fase depressiva!
Gli studi effettuati su questo aspetto non lasciano spazio a dubbi: quando si tratta di curare la depressione, le relazioni interpersonali contano!
Fortunatamente, possiamo fare molto per migliorare la qualità e la profondità dei nostri rapporti con gli altri, e questo può avere un enorme vantaggio in termini di lotta alla depressione e riduzione del rischio di recidiva.
Nell’articolo che ti invito a leggere qui sotto, ti aiuterò a dare valore alla forza che puoi ricevere dalle tue reti di supporto sociale e ti fornirò una serie di strategie per migliorare la qualità delle tue connessioni con gli altri.
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6- Come Combattere La Depressione: La Qualità Del Sonno
Come probabilmente avrai già sperimentato, esiste una solida connessione tra sonno e umore.
Ti bastano poche notti di sonno scarso, per diventare meno ottimista. Alcuni di noi arrivano ad essere decisamente irritabili.
E quando la mancanza di un sonno di qualità continua per giorni o settimane, può andare ad interferire con la nostra capacità di pensare e ragionare chiaramente.
Può anche portare a gravi conseguenze per la salute.
Il sonno continuamente interrotto è uno dei fattori scatenanti più potenti della depressione e ci sono prove che la maggior parte degli episodi di disturbo dell'umore siano preceduti da almeno diverse settimane di sonno scadente.
Non solo un sonno scarso può causare depressione, ma la depressione può causare un sonno scarso. Un circolo vizioso da cui può essere complicato uscire.
I Numeri Non Mentono
L'80% dei pazienti depressi sperimenta una qualche forma di disturbo del sonno. Mentre alcuni hanno difficoltà ad addormentarsi di notte, la maggior parte ha ancora maggiori difficoltà a rimanere addormentati.
Spesso si ritroveranno completamente svegli nel cuore della notte, rigirandosi e rivoltandosi fino all'alba.
Ancora peggio, la depressione influisce sulla qualità del sonno, privando le persone della fase del dormire più profonda e rigenerante.
Nonostante la sua ovvia importanza, una buona notte di sonno è qualcosa che la maggior parte di noi ottiene raramente.
È un problema decisamente moderno.
È stato osservato che i cacciatori-raccoglitori, i cui cicli di sonno erano strettamente legati al flusso naturale contraddistinto dall’alternanza tra oscurità e luce del giorno, dormivano circa 10 ore a notte.
E adesso? Arriviamo a malapena alle 6 o 7 ore di sonno per notte.
Non sorprende, quindi, che la maggior parte di noi vada in giro in uno stato di perenne sonnolenza, mascherata solo dalla nostra abitudine collettiva di consumo di caffeina (circa il 90% degli occidentali ora la consuma quotidianamente) e dall'uso diffuso di altri stimolanti.
Fortunatamente, come potrai vedere leggendo l’articolo che ti indico qui sotto, puoi adottare numerosi suggerimenti per migliorare sia la qualità che la quantità del tuo sonno.
Queste strategie non solo possono aiutarti a migliorare l'umore e molti altri sintomi della depressione, ma possono anche prevenire il sonno cronicamente disturbato che spesso sta all’origine della comparsa della depressione.
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