Introverso: Come Sapere Se Lo Sei Davvero
Sei un introverso?
L’introversione distingue un tipo di atteggiamento personale che tende a trovare stimoli più da fonti interiori che esteriori.
L’introverso e l’estroverso sono spesso visti come il polo negativo e il polo positivo dell’approccio umano alla vita. La verità è che la maggioranza delle persone si trova da qualche parte, lì, in mezzo tra questi due poli.
Seconde alcune stime, naturalmente approssimative, le persone cosiddette “introverse” costituiscono circa il 25-40% della popolazione umana. Ma su questo tipo di personalità ci si è fatto, in modo diffuso, un’idea errata.
Un introverso non è per forza un timido e né una persona che soffre di ansia sociale.
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Chi E’, Allora, L’Introverso?
E’ semplicemente una persona che tende a “ripiegarsi” su se stessa e preferisce indugiare sui propri pensieri e sui propri stati d’animo, piuttosto che cercare stimoli esterni.
I termini “introversione” ed “estroversione” furono resi celebri dal lavoro di Carl Jung, il famoso psichiatra svizzero, che lì identificò come due atteggiamenti che si escludono a vicenda.
“Ogni persona sembra prendere energia o dal mondo interno (introversione), o dal mondo esterno (estroversione)”
Introverso Vs Estroverso
L’introverso si trova più a suo agio con il mondo intimo dei pensieri e dei sentimenti e sarà interessato a come l’esteriore influenza la propria interiorità. L’estroverso invece si sentirà più “comodo” interagendo con gli oggetti e le altre persone e sarà interessato a capire quale impatto hanno sul mondo che lo circonda.
L’introverso preferisce stare da solo. Tende ad immergersi nel suo mondo interiore correndo il rischio di perdere il contatto con la realtà esterna.
Gli estroversi, al contrario, sono attivamente coinvolti nel mondo delle persone e delle cose. Sono socialmente attivi e più consapevoli di ciò che accade intorno a loro.
A loro piace far parte di gruppi, comunità e si divertono in qualsiasi luogo in cui hanno la possibilità di interagire. L'idea di essere soli li terrorizza.
Jung concluse affermando che nessuno di noi è completamente estroverso o introverso, ma assumiamo l’uno o l’altro atteggiamento a seconda delle situazioni e del nostro grado di comfort.
La dimensione psicologica dell’ introversione-estroversione è anche una delle quattro aree identificate dal test MBTI (Myers-Briggs Type Indicator). Secondo molte teorie della personalità, ognuno ha un certo grado sia di introversione che di estroversione. Tuttavia, le persone spesso tendono ad assumere maggiormente uno dei due atteggiamenti.
Gli introversi tendono ad essere più tranquilli, riservati e introspettivi. Al contrario gli estroversi ottengono energia dall'interazione sociale.
Dopo aver partecipato a una festa o aver trascorso del tempo con tante altre persone, di solito l’introverso sente la necessità di "ricaricarsi" trascorrendo un periodo di tempo da solo.
Le Cause Dell’Introversione
Per comprendere il perché ci siano persone introverse e altre estroverse è importante focalizzarsi sulla fisiologia del corpo. Infatti sono le modalità attraverso le quali il tuo corpo reagisce all’ambiente esterno a determinare il tuo livello di introversione ed estroversione.
Nel tronco cerebrale esiste una rete di neuroni che ha il compito di gestire i livelli di eccitazione mentre sei sveglio e attivo. E’ una area del cervello nota con il nome di Sistema di Attivazione Reticolare (RAS) che di fronte a determinati pericoli andrà ad aumentare i tuoi livelli di eccitazione in modo da farti trovare pronto e vigile al fine di reagire nel modo adeguato.
Ognuno di noi possiede un proprio livello-base di eccitazione. Quindi le persone si dividono all’interno di un range che va da un grado basso ad un grado alto di livello-base di eccitazione.
Secondo la sua teoria dell'estroversione basata sui livelli di eccitazione (di Hans Eysenk), gli introversi sono quelli che li hanno più alti. Sperimentando sempre livelli di eccitazione cronicamente elevati, gli introversi tendono a cercare attività e ambienti in cui possono sfuggire alla sovra-stimolazione. A causa della loro sovraeccitazione di base sono più vigili e assorbono più informazioni dall'ambiente.
Fuggire da qualche parte per rimanere soli diventa un bisogno per ricaricarsi e poter cosi elaborare tutto quello che hanno appreso e assorbito.
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I Sintomi Di Una Personalità Introversa
Magari ti senti sicuro nel poter distinguere una persona introversa da una estroversa.
Probabilmente un introverso, per te, possiede dei “confini caratteriali” ben precisi: un timido “vestito” di vergogna che preferisce ripararsi tra le 4 mura di casa invece di uscire a socializzare.
Eppure posso dirti subito che gli introversi possono avere più di una modalità espressiva.
E’ indubbio che ci siano introversi con i suddetti segni identificativi: solitari, riservati e più gaudenti nel leggere un libro sul divano di casa piuttosto che saltellanti su una pista da ballo ad una grande festa.
Ma ti assicuro che esiste la tipologia di introverso a cui comunque piace stare in mezzo agli altri. Anche quelli che osservi muoversi come fossero “api socializzanti” in grado di saltare di “fiore in fiore” all’interno di un evento sociale, potrebbero rivelarsi delle persone “delicatamente” introverse.
Ecco allora i “sintomi” che ti potrebbero indicare che la persona che hai davanti è un introverso. Segni che potrebbero rivelarti che, in fondo, anche tu lo sei anche se non lo avevi mai sospettato.
1- Ti Senti Energeticamente Spossato Quando Sei In Mezzo A Troppe Persone
Hai mai partecipato ad eventi affollati di persone che alla fine ti hanno lasciato stanco esausto?
Alla fine delle giornate nelle quali hai dovuto interagire con un sacco di persone senti la necessità di ritirarti in posto solitario e tranquillo dove poter ricaricare le tue energie?
Eccola una delle differenze più significative tra un introverso e un estroverso: il primo “spreca” energia nell’interazione con gli altri, il secondo "ottiene" energia dalle stessa situazione.
Questo non significa che l’estroverso evita qualsiasi tipo di situazione sociale.
Esistono molti introversi a cui piace interagire passare del tempo in compagnia, con, di solito, un'unica tendenza: preferiscono quella di amici intimi e fidati.
Come se, l’introverso, nell’aprirsi nell’interazione con gli altri, sentisse la necessità di garantirsi un “incontro” di qualità.
Mentre, quindi, l’estroverso potrebbe recarsi ad una festa con il dichiarato obiettivo di conoscere nuova gente, l’introverso ci si reca, principalmente, se sa che troverà i suoi amici.
2- La Solitudine Ti Mette A Tuo Agio
La tua giornata ideale?
Un bel pomeriggio soleggiato e sereno che ti permetta di goderti le tue passioni personali in santa pace.
Che sia l’ “immersione” nelle appassionanti pagine di un libro, una tranquilla passeggiata “coccolato” dai suoni e i profumi della natura o una sedentaria “stravaccata” sul divano a guardarsi il programma preferito, l’importante è che tu possa, alla fine, sentirti riposato e ricaricato.
Ti sto dicendo che l’introverso è l’asceta incallito sempre ritirato in una solitudine auto-contemplativa inattaccabile?
Assolutamente no … ti ripeto che molte delle persone che si possono definire “introverse” si divertono nell’interagire con familiari, amici e conoscenti in situazioni sociali e conviviali.
Ti sto dicendo però che un introverso alla fine di queste interazioni sociali sentirà il bisogno di ritirarsi in un luogo più tranquillo e staccare un po’ da una situazione che gli ha richiesto comunque uno spreco di energia.
Quindi se ti ritrovi a sentire il bisogno, ogni tanto, di quell’ora di ritiro che percepisci come “rigenerante” probabilmente appartieni alla categoria degli “introversi”.
3- Il Tuo Gruppo Di Amici E’ Poco Numeroso E Selezionato
C’è un errore di pensiero comune diffuso quando si parla di introversione: l’introverso è una specie di “sociopatico” a cui non piacciono le persone
E se è vero che all’introverso non piace socializzare nel senso più ampio del termine, è vero anche che ama legare con un piccolo gruppo di amici e conoscenti fidati.
Invece di “vaneggiare” una grande cerchia di persone a cui sono legati in maniera superficiale, l’introverso preferisce poter contare su un piccolo gruppo di persone con cui gode una connessione più intima e profonda.
L’introverso, insomma, tende a scegliere con molta più attenzione le persone da frequentare rispetto ad un estroverso. Le relazioni e i rapporti che intesse sono di solito più profonde e significative. L’interazione con gli altri quindi, per lui, ha una caratteristica più individuale e specifica.
Per concludere se noti che la tua cerchia sociale è da sempre costituita da un contenuto numero di persone, potresti iniziare a dubitare di essere un introverso.
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4- Le Persone Che Ti Circondano Ti Percepiscono Come Un Individuo “Poco Accessibile”
Gli introversi, di solito, appaiono, agli occhi degli altri, come delle persone molto tranquille e riservate con cui non è semplice ridurre le distanze. In poche parole vengono scambiate come dei timidi con il quale non sai mai valutare il grado di “avvicinamento” che ti puoi permettere.
Che un introverso sia anche un timido può senz’altro accadere, ma, a livello concettuale confondere in modo generalizzato l’introversione con la timidezza è sbagliato. Si potrebbe concludere col dire che ad un introverso, usualmente, non piacciono le chiacchiere inutili e superflue ma preferisce misurare ed attenzionare le parole che usa.
Sei una persona che cerca tranquillità e tende alla riservatezza?
Allora potresti essere un introverso …
5- In Un Ambiente Troppo Stimolante Tendi A “Perderti”
Quando un introverso si trova trascinato in un ambiente sovra-stimolato e iper-frenetico finisce per perdere il proprio focus e per sentirsi sopraffatto. Al contrario di un estroverso che prospera in questo stesso tipo di situazioni.
Secondo le ricerche effettuate, un introverso ha una tendenza alla distrazione più marcata di un estroverso. Questo spiega la loro preferenza per ambienti che emanano tranquillità e serenità.
Quindi … se immergerti in situazioni sociali caotiche e frenetiche ti da la sensazione di non avere più “una terra sotto ai piedi” potresti dover riconoscerti come un introverso.
6- Il Tuo Grado Di Auto-Consapevolezza E’ Molto Spiccato
L’introverso tende a ripiegare la propria attenzione su se stesso. Quindi è normale che possa sviluppare nel tempo, una grande abilità nell’elaborare le proprie esperienze interiori.
Ci dedica molto tempo e diventano molto bravo a farlo.
Le sue passioni vengono coltivate nei minimi particolari. La loro riflessione sulla propria vita tocca livelli di profondità sconosciute agli altri. L’approfondimento degli aspetti che riscuotono il suo interesse diventa una missione esistenziale.
Se senti la necessità di coltivare l’auto-consapevolezza possiedi un tratto tipico delle persone introverse.
7- Ti Piace Imparare Osservando
Mentre un estroverso preferisce imparare cose nuove attraverso la classica “pratica” del “tentativo-errore”, l’introverso opta per una strada di apprendimento diversa: quella dell’osservazione.
A lui guardare gli altri mentre fanno qualcosa che lui vorrebbe imparare a fare. Tende ad osservarlo anche più volte, finché non si sente in grado di provare a farlo da solo.
Se gli capita di dover imparare qualcosa attraverso l’esperienza diretta, gli piace sperimentare per tentativi ed errori preferibilmente in ambiente non esposto alla visione pubblica ma in luogo più riservato.
Se noti che ti piace osservare bene gli altri per imparare a fare qualcosa potresti essere a tutti gli effetti un introverso.
8- Dal Punto Di Vista Lavorativo Cerchi L’Indipendenza
Come si può immaginare, i lavori che richiedono la disponibilità ad una grande interazione sociale attirano poco l’attenzione di un introverso. Ecco allora che una carriera autonoma che si possa gestire in modo indipendente riscuote molto successo tra le persone come lui.
Diventare uno scrittore o il gestore di un sito web, per esempio, potrebbe essere il grande sogno professionale di un introverso.
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La Differenza Tra Introversione E Timidezza
Ora affrontiamo una questione che ha “sottilmente” attraversato tutto quello che abbiamo scritto in questo articolo sin qui: l’introverso e il timido combaciano sempre nella stessa persona?
La risposta è subitanea: “Non necessariamente …”
Una persona definita “sociale” trova sempre una ragione utile per stare con gli altri. Per una persona “timida” invece, la presenza di altre persone crea tensione e disagio.
L’introverso è una tipologia di persona che si staglia a metà strada tra queste due figure: non ha paura a stare in mezzo agli altri ma non sempre trova una ragione utile per starci.
Semplicemente diventa “sociale” quando ne ha voglia e a determinate condizioni, altrimenti preferisce ritirarsi a contemplare sé stesso.
Gli piacciono le interazioni significative che sanno creare intimità e profondità di connessione e giudicano un colossale spreco di tempo quelle che rimangono superficiali e banali e non apportano nulla a nessuno dei partecipanti.
L’introverso, inoltre, è una tipologia di persona che dà un’importanza capitale a quello che dice e che viene detto. Così tende a pesare molto le proprie parole prima di proferirle e a soppesare tanto le parole che “riceve” dagli altri.
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L’Introverso: Una “Razza” Incompresa
Nel definire il concetto di “persona introversa” si tende spesso a sconfinare erroneamente nel territorio della timidezza e distacco emotivo.
E’ uno sbaglio che origina dall’incomprensione di come funziona davvero la mente di un introverso. Un errore perpetrato soprattutto dagli estroversi. Dando per scontato che la loro compagnia sia, “per forza”, la benvenuta e accettata da tutti, non possono comprendere la necessità di una persona di ritirarsi e stare da sola.
Gli estroversi, secondo delle stime sommarie, sono il triplo degli introversi. Ecco allora che un introverso sarà destinato ad incontrare prima o poi, qualcuno che cercherà di cambiarli o che tenterà di sottolineare ciò che secondo lui non va in loro.
Ma il problema è che non c’è nulla che possa confermare l’opinione diffusa che essere estroverso sia meglio di essere introverso. Semplicemente gli uni dovrebbero sforzarsi di comprendere gli altri in un tentativo di “vera” comprensione reciproca.
Conclusioni
Quello che devi fissarti in mente dopo tutto quello che hai letto sin qui è un concetto importante: quando si parla di introversione ed estroversione non si parla di due “comportamenti stagni comportamentali” totalmente contrapposti.
Se è vero che esistono persone “molto” introverse e che quindi “colorano” di estrema riservatezza qualsiasi aspetto della loro vita, è altrettanto vero che la maggior parte degli introversi e degli estroversi vivono alcuni “settori esistenziali” al polo posto del suo atteggiamento caratteriale preponderante.
Il sunto è che estroversione e introversione sono i poli opposti di un'unica linea caratteriale continua e la stragrande maggioranza delle persone non si colloca agli estremi ma in svariate parti lì in mezzo.
Più ti avvicini al metà di questo continuum è più puoi definirti un “ambiverso” cioè una persona che sa godersi sia la socialità che la solitudine, sia i momenti di apertura verso gli altri, sia i momenti di ritirò nella propria interiorità.
La cosa da ricordare poi con estrema attenzione è che non esiste un giudizio di valore su questi argomenti. Essere estroverso non è meglio di essere introverso. A seconda della situazione che si vive, l’essere estroverso o introverso offre sia vantaggi che svantaggi.
E’ solo imparando a conoscerti sempre più in profondità che potrai sfruttare al massimo i tuoi punti di forza. Sei hai tendenze all’introversione imparerai i metodi per gestire al meglio l’eccessiva stimolazione che viene dall’ambiente esterno.
E’ accertato che chi è in grado di costruire rapporti interpersonali più solidi ed è capace di regolare il suo stato emotivo alle varie situazioni della vita ha molte più possibilità di vivere una vita più felice rispetto a chi non possiede tali virtù.
L’introversione, quindi, è un atteggiamento esistenziale perfettamente normale. Ovvio però che se questo influisce negativamente sulla tua vita quotidiana e diventa l’origine di varie tipologie di sofferenza e dolore allora va trattato come un problema da risolvere.
A quel punto rivolgersi ad uno psicoterapeuta è sempre una buona idea.
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