Il Processo Di Apprendimento: La Nostra Marcia In Più
Il processo di apprendimento è, in fondo, quel meccanismo che ci ha permesso di passare indenni attraverso milioni di anni di evoluzione e ci ha catapultati nella posizione di dominio del pianeta che abitiamo.
“Apprendimento” …. come è possibile che una parola così semplice e scontata nasconda, in realtà, una costellazione di abilità che collaborano tra loro in modo armonico al fine di permettere il miglior adattamento per la persona?
La nostra essenza, in fondo, non è che un continuo processo di apprendimento.
Grazie ai nostri sensi, le nostre emozioni, la memoria, il linguaggio possiamo apprendere quale comportamento è il più funzionale, quale risposta emotiva è la più indicata e quale regola sociale dobbiamo rispettare.
Tutto molto lineare, evolutivamente scontato… così scontato che appare innato.
Ma cosa succede quando un tassello si inceppa?
Cosa accade quando un senso è alterato, oppure quando si ha difficoltà ad elaborare a livello corticale superiore uno stimolo emotivo?
In questi casi potrebbero presentarsi quello che viene comunemente definito un “comportamento-problema”
… Riflettendo, però, diviene facile accorgersi che tale definizione tende ad essere poco precisa.
Come può essere un comportamento, soprattutto quando si parla di bambini, un problema?
Probabilmente quel bambino che grida e si dispera in luoghi affollati sta mettendo in atto il comportamento più funzionale possibile per compensare un disagio che sta provando.
È il miglior comportamento che ha appreso per sopravvivere.
Sta a noi capire quale tassello è alterato (spesso parliamo di disintegrazione sensoriale nei bambini) e lavorare affinché ogni senso sia riequilibrato, permettendo al bambino di apprendere dei nuovi comportamenti, più funzionali.
Ma in primo luogo dobbiamo permettergli di apprendere… dobbiamo consentirgli di essere un attore dell’intero processo di apprendimento.
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Processo Di Apprendimento? Cos’è?
Vediamo ora cosa intendiamo, in modo più teorico, per apprendimento.
Sostanzialmente consiste in:
una modificazione comportamentale, che ha un valore adattivo, dovuta ad un’interazione del soggetto con un evento ambientale
Come descritto in precedenza, ogni essere umano per far fronte alle esigenze della vita ha a disposizione l’intelligenza e la capacità di apprendere dall’esperienza; la capacità, cioè, di modificare pensieri e comportamenti in funzione di quel che è accaduto nel loro passato.
Nelson sostiene che l’unità cognitiva primaria nella rappresentazione degli oggetti non sono i concetti, bensì gli eventi, perché sono questi che corrispondono all’esperienza reale del bambino.
I principali mezzi che abbiamo a disposizione per l’apprendimento sono i cinque sensi: vista, udito, tatto, gusto e olfatto.
Una modificazione sensoriale anche solo di uno dei sensi può portare ad una alterazione percettiva globale, causando l’adozione da parte del bambino di comportamenti alternativi.
Temple Grandin, nel suo libro scrive: “all’incirca nove su dieci bambini autistici soffrono di uno o più disturbi sensoriali”, dove la realtà sensoriale è, alle volte, talmente alterata da impedire il funzionamento dell’individuo ed è causa di confusione e dolore.
“… ecco perché io credo che sia ormai venuto il momento
di ripensare il cervello autistico”
(Temple Grandin)
A questo punto molte cose iniziano ad avere un senso, i comportamenti definiti “bizzarri” non sono altro che la miglior risposta che l’individuo sia riuscito a elaborare e produrre per cercare di comunicare un bisogno o per rispondere ad uno stimolo sensoriale percepito alterato.
La sfida ora diviene quella di riuscire a interpretare correttamente il comportamento per identificare quale aspetto ambientale viene percepito eccessivamente modificato.
È importante tenere in considerazione alcuni tipi di atteggiamenti per riuscire a capire da dove nascono e perché nascono, mantenendo sempre una posizione neutrale, risparmiando le interpretazioni.
“Gli occhi sono capaci di guardare
ma non bastano per vedere:
Plinio scriveva che si vede con la mente
e non con l’occhio,
e Saint-Exupery diceva che si vede bene
solo con il cuore:
guardare è facile, vedere è un arte!”
(Enzo Bianchi)
Evitare le etichette, evitare i modi di dire come …
“urla perché autistico”
“corre senza meta perché ha un ritardo mentale”
“non va in posti nuovi perché è una caratteristica dello spettro”
… capire o, almeno, cercare di capire la causa di quell'atteggiamento in modo da permettere a quel bambino di apprendere, continuare ad apprendere e migliorare.
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