Biohacking: I Telomeri, I Radicali Liberi E I Mitocondri
Come abbiamo accennato nell’articolo base sul biohacking che puoi trovare QUI, tra i fattori che influiscono e impattano sulla durata della nostra vita ce ne sono 3 che approfondiremo in questo articolo:
1- l’accorciamento dei telomeri
2- l’azione dei radicali liberi
3- le disfunzioni mitocondriali
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I telomeri sono delle sequenze aggiuntive di DNA che si trovano all'estremità dei cromosomi e si accorciano ogni volta che la cellula affronta il processo di replicazione.
Vengono spesso associati all’immagine di quello pezzo plastificato che avvolgono le parti finali dei lacci delle scarpe per impedire lo “sfilacciamento” dei fili che li compongono.
I telomeri hanno una funzione simile: prevengono lo sfaldamento dei cromosomi e il conseguente danno a livello genetico.
Se poi, misuriamo il loro accorciamento associandolo alla durata della nostra vita, l’immagine che più gli rende onore potrebbe essere quella della miccia della bomba: più si consuma e più ci si avvicina alla deflagrazione finale.
Un’ultima immagine con cui potremmo completare la comprensione della funzione dei telomeri è quella del “parafango” che protegge l’incolumità del cromosoma. Ne assorbe i possibili colpi tutelando il nostro patrimonio genetico.
Uno dei motivi per cui i telomeri si accorciano con l’avanzare dell’età della cellula è che i livelli di telomerasi, l’enzima che favorisce la formazione dei telomeri, diminuiscono gradualmente.
La telomerasi aggiunge nuove sequenze di DNA alla base del telomero, rallentandone la velocità di accorciamento. L'azione della telomerasi è in gran parte controllata da alcuni geni.
Nel 2010 i ricercatori di Harvard hanno studiato fino a che punto la l’intervento su questi geni specifici potesse avere un effetto benefico sui topi.
Si è riscontrato che con la riattivazione dell’azione della telomerasi, si riusciva ad invertire l’andamento di una serie di bio-marcatori legati all’invecchiamento.
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Biohacking: Il Ruolo Dei Radicali Liberi Nel Processo Di Invecchiamento
La tesi di gran lunga più accettata sulle cause dell’invecchiamento è nota come la “teoria dei radicali liberi”: invecchiamo perché accumuliamo con il tempo tutta una serie di danni cellulari causati dai radicali liberi e dalle specie reattive all’ossigeno (ROS, Reacting Oxygen Species)
Un radicale libero è un atomo o una molecola qualsiasi che si ritrovano con un elettrone spaiato e per questo quando incontrano un altro atomo o un’altra molecola tendono a sottrargli un neurone rendendola instabile e trasformandola a sua volta in un radicale libero.
Foto radicale libero
Ecco che l’innesco di una catena di “furti” di elettroni può portare a degli estesi danni cellulari come accade nella reticolazione del DNA che fa da apripista alla manifestazione di un cancro.
Quando parliamo di ROS, ci riferiamo a quei radicali liberi che si riferiscono in specifico alle molecole di ossigeno.
Biohacking: L’Importanza Degli Antiossidanti
La vera difesa all’azione potenzialmente devastante dei radicali liberi è rappresentata dagli antiossidanti.
Sono quelle molecole in grado di regalare un elettrone ad un radicale libero senza correre il pericolo di trasformarsi a sua volta in un radicale libero.
L’esempio più comune e diffuso di antiossidante è la Vitamina C, che non dovrebbe mai mancare negli scaffali di una cucina.
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Quello che è stato più volte constatato è che l’accumulo dei radicali liberi tende ad aumentare con il passare degli anni. I motivi non sono così ben determinati da poter indirizzare con assoluta precisione le contraeree del nostro sistema immunitario.
Il quesito di fondo è … l’accumulo dei radicali liberi è un processo naturale legato all’incedere dell’età o è questo accumulo pernicioso ad accelerare il processo di invecchiamento?
Le prove che ha in mano la scienza propende più per la seconda opzione ma si necessita di approfondimenti più puntuali.
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Biohacking: Le Disfunzione Mitocondriali
La teoria mitocondriale dell'invecchiamento deriva, in realtà della teoria dei radicali liberi cha abbiamo appena illustrato. L’origine del danno causato a livello dei mitocondri, infatti, va sempre cercato nell’azione dei “soliti” radicali liberi.
I mitocondri sono spesso indicati come le "centrali elettriche" della cellula in quanto sono i veri propulsori della produzione di energia a livello cellulare.
I mitocondri si trovano nel citoplasma di ogni cellula (la parte contenuta dalla parete cellulare che circonda il nucleo) e producono la principale fonte di energia per la cellula: l'adenosina trifosfato (ATP).
Foto mitocondrio
Poiché i tuoi mitocondri sono fondamentali per il mantenimento delle funzioni della cellula, non sorprende che gli scienziati abbiano cercato di comprendere quali effetti sull’invecchiamento possa avere un miglioramento della funzione mitocondriale.
In effetti, è stato riscontrato che negli anziani di verifica una significativa diminuzione dell’efficienza mitocondriale.
Tra gli integratori che hanno dimostrato un buon impatto sull’elevare l’azione del mitocondrio ci sono:
> il Co-Q10
> il D-ribosio
Il primo è in grado di impattare positivamente sul processo di creazione di ATP, tanto che viene regolarmente raccomandato dai cardiologi ai pazienti che assumono statine per ridurre il livello di colesterolo.
Le statine, infatti, hanno come effetto collaterale di ridurre la capacità di assorbimento di alcuni nutrienti liposolubili come la vitamina D.
Ecco perché chi assume statine con una certa regolarità spesso lamenta indolenzimenti e debolezze a livello muscolare, causate proprio dalla mancanza di questi nutrienti liposolubili.
Ma il Co-Q10 è anche un potente antiossidante. Essendo in grado di inibire l’ossidazione delle LDL, le molecole che trasportano il colesterolo, viene spesso assunto come un integratore benefico per il cuore e per tutto l’apparato cardio-circolatorio.
Il Co-Q10 ha dimostrato inoltre di favorire il “riciclo” di altri importanti antiossidanti come la vitamina E.
Le discrepanze nella funzione mitocondriale che spesso si riscontra nel confronto tra gli uomini e le donne, potrebbe essere un indizio che “spiega” il perché le donne, in media, vivono di più.
Alcuni ricercatori hanno scoperto che le mutazioni mitocondriali sembrano impattare non poco sulla velocità del processo di invecchiamento nei moscerini della frutta. Ma nei maschi, in misura maggiore rispetto alle femmine.
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