Alluce Valgo: Sintomi, Cause E Trattamenti
L'alluce valgo è una disfunzione del piede decisamente diffusa.
Si estrinseca con una deviazione dell’alluce verso le altre dita, che va a provocare uno spostamento generale dell’asse del piede. L’alluce, quindi, si definisce “valgo” quando si manifesta con una sporgenza ossea determinata dallo spostamento del primo osso metatarsale.
In pratica consiste in un’alterazione ossea che porta ad un’infiammazione progressiva di tutta la zona che sta alla base dell’alluce. Un’ irritazione che si fa via via sempre più dolorosa, sfociando in una situazione di borsite con la possibile formazione di ulcere a livello dell’epidermide.
Talvolta si verifica anche una lussazione dei sesamoidi, delle minuscole ossa che si trovano all’interno dell’articolazione dell’alluce. Da tenere in considerazione poi che l’alluce valgo può portare a delle lesioni articolari al piede e quindi ad impattare negativamente sulla funzionalità di ginocchia e colonna vertebrale.
Questi tre paragrafi iniziali possono ritenersi una prima sommaria risposta alla domanda: “Cos’è l’alluce valgo?”
Una domanda alla quale rispondo in modo più preciso in questo articolo: Cos’è L’Alluce Valgo: La Definizione Di Una Problematica Diffusa
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L’Alluce Valgo E Le Sue Possibili Conseguenze
Via via che la situazione evolve senza intervenire per fermarne il processo, diventa sempre più dolorosa e invalidante e si può arrivare all’accavallamento dell’alluce con il secondo dito del piede.
Da rivelare che l’alluce valgo dolorante è una problematica che colpisce, per una percentuale maggiore, più le donne che gli uomini, e più quelle sopra i 40 anni che quelle giovani.
Ovvio però che non si può di certo concludere che il mondo maschile ne sia esente.
Le conseguenze di un alluce valgo non prontamente trattato possono essere di tipo clinico (disturbi localizzati in varie zone del piede e degenerazioni articolari con usura delle cartilagini e formazioni di borsiti), e di tipo posturale (il primo metatarso acquisisce una mobilità anomala del primo metatarso e la conseguente eccessiva rotazione del piede verso l’interno andando ad influenzare negativamente tutta la postura corporea).
Quindi il valgismo dell’alluce può comportare futuri problemi alla funzionalità dell’anca, del bacino, della colonna vertebrale e delle ginocchia.
E’ la cosiddetta “sindrome posturale da alluce valgo” contraddistinta da:
- inclinazione anomala delle ginocchia, con dolore a livello rotuleo
- estrema difficoltà articolare a livello delle anche
- aumento della curvatura lombare con la comparsa di una forma di lombalgia cronica
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Alluce Valgo: Le Cause
I motivi e le cause che possono spiegare la manifestazione di una situazione di alluce valgo sono varie anche se si possono riassumere così:
1- In una situazione di alluce valgo “idiopatico” l’origine della problematica va ricercata maggiormente nel corredo genetico che ci contraddistingue. Tutto viene ricondotto, quindi, ad una “lacuna funzionale” che ha probabilmente già colpito qualche nostro familiare.
Pensiamo, per esempio, alla presenza ricorrente nella nostra famiglia di situazioni di piede piatto. Un chiaro indicatore della maggiore probabilità di incappare in una situazione di alluce valgo.
2- Nella condizione di alluce valgo secondario le cause vanno invece ricercate in tutta una serie di accadimenti che hanno segnato il nostro vissuto come potrebbe essere una malattia autoimmune, un infortunio, una affezione degenerativa ecc.
Ma spesso dipendono anche dai nostri comportamenti inadeguati. Primo tra tutti l’abitudine a portare scarpe che si sposano male alla fisiologia del nostro piede. Sto parlando di quelle a punta stretta, quelle che ci stringono esageratamente il piede o quelle caratterizzate da un tacco dall’altezza troppo pronunciata.
Tracciando un quadro generalista la disfunzione che porta all’alluce valgo può essere causata da:
- sovrappeso
- “programmazione” genetica
- errata postura
- infortuni al piede
- artrite
- atonicità muscolare
- anomalie di tipo congenito
- un’eccessiva rotazione del piede verso l’interno, definita in termini tecnici “pronazione”
- prolungato utilizzo di scarpe inappropriate
Per un approfondimento puntuale di questi aspetti ti suggerisco la lettura di questo articolo: Le Cause Che Portano Alla Formazione Dell’Alluce Valgo
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Il Ruolo Del “Tacco Alto” Nella Diffusione Dell’Alluce Valgo Tra Le Donne
E’ almeno facilmente intuibile se non esattamente dimostrabile una correlazione tra l’uso diffuso dei tacchi alti e aumento delle diagnosi di alluce valgo nel mondo femminile.
Ci sono dei numeri che ci portano a sospettarlo: l’alluce valgo è una condizione maggiormente riscontrabile tra le donne rispetto agli uomini e, tra queste, maggiormente diffuso tra quelle più mature rispetto a quelle più giovani.
Ma è ovvio, che in termini puramente scientifici, non di può affermare che l’uso dei tacchi alti sia la causa principale della comparsa di una condizione di alluce valgo. L’uso di scarpe alte e dalla punta stretta favoriscono l’aumento del dolore più che “scolpire” la deformità tipica di questa situazione.
Come dire, le scarpe possono influire più sui sintomi che sulle cause dell’alluce valgo.
D’altronde, non basterà decidere di indossare scarpe basse e larghe per risolvere una condizione di alluce valgo. Né si può affermare che chi da sempre sceglie questa tipologia di scarpe sia, automaticamente, immune dal rischio di questa problematica del piede.
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I Sintomi Dell’Alluce Valgo: Cogliere I Segnali Per Intervenire Prontamente
Quali sono gli “indizi” che ci dovrebbero allertare, quando si parla di alluce valgo?
Possiamo dire che i sintomi non sono gli stessi per tutti e possono cambiare da persona a persona.
Per esempio, ci sono situazioni in cui si sperimenta una notevole sofferenza anche senza la presenza di evidenti malformazioni.
Di sicuro, però, il sintomo “principe” iniziale è la comparsa di un dolore nella zona alla base dell’alluce, che si fa via via sempre più intenso. Una sofferenza che rispecchia un progressivo e sempre più evidente cambiamento della forma del piede.
Si tratta della formazione di quella protuberanza ossea che si forma a lato della base dell’alluce, che viene chiamata spesso con il termine di “cipolla”. Una malformazione che segna anche la presenza di un’infiammazione molto dolorosa che viene indicata come “borsite” e che tende a peggiorare in modo costante.
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Sintomi Ricorrenti
Ci sono poi altri sintomi che ricorrono spesso nelle fasi che portano alla comparsa dell’alluce valgo:
- un’abilità di movimento dell’alluce molto contenuta
- il piegamento progressivo dell’alluce verso le altre dita che va influire anche sull’asse direzionale di quest’ultime. Si può arrivare alla lussazione dell’articolazione metatarsofalangea con sottomissione o sovrapposizione dell’alluce al secondo dito del piede
- un addensamento epidermico nella parte laterale dell’alluce
- una tumefazione manifesta intorno all’alluce
- fitte di dolore discontinue ma ripetute all’altezza della sporgenza ossea che si sta formando e sta creando uno stato infiammatorio
- le altre dita assumono la classica posizione “a martello” fino ad arrivare anch’essi alla lussazione dei loro corrispondenti metatarsi
- la formazione di zone callose su tutta la pianta del piede. Una situazione dovuta all’anomalo riposizionamento metatarsale e allo squilibrio creatosi nella distribuzione del peso corporeo sui piedi
Se desideri saperne di più su questo aspetto puoi leggere questo post: I Sintomi Che Segnalano Il Pericolo Della Comparsa Dell’Alluce Valgo
La consapevolezza sui sintomi, serve, naturalmente, per cercare di prevenire questa spiacevole situazione.
Per questo ti invito a leggere questo altro articolo: Come Prevenire L’Insorgenza Dell’Alluce Valgo
Le Fasi Che Portano Alla Comparsa Dell’Alluce Valgo
La fase iniziale che contraddistingue l’insorgenza di una condizione di un piede con alluce valgo è spesso segnata da un grado elevato di inconsapevolezza: può passare del tempo prima che si decida di considerare quella piccola e apparentemente innocua protuberanza come un problema da trattare con solerzia.
Ma il tempo che passa non farà sconti e ci consegnerà una situazione che peggiora in modo inesorabile. Un andamento negativo dovuto spesso ad una scelta sbagliata sulle scarpe a cui affidare i nostri piedi, ad un’attività sportiva svolta in modo sprovveduto o da una situazione di sovrappeso o obesità mai gestita con efficacia.
Sono tutti elementi che andranno ad impattare negativamente sul benessere delle articolazioni del piede.
Da notare che un alluce valgo non curato porta non solo a dolori al limite della sopportabilità, ma anche ad un cambiamento sostanziale della forma del tuo piede con dita che si sovrappongono, altre che si ritraggono nella classica posizione a martello.
Da aggiungere ad un quadro già desolante, la possibile comparsa di vesciche, calli e tumefazioni che accrescono il disagio da gestire.
A quel punto, infiammazioni articolari, rigidità e danneggiamenti cartilaginei diventano il punto finale del percorso che spiega il perché si forma l’alluce valgo.
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Alluce Valgo: Diagnosi E Trattamenti
Non sarà complicato per uno specialista accertare la diagnosi di alluce valgo.
Può arrivarci con la semplice valutazione delle possibilità di mobilità dell’alluce durante una visita ortopedica specialistica.
Può essere effettuato un esame baropodometrico che letteralmente consiste nel misurare (“metrico”) la distribuzione della pressione (“baro”) sul piede (“podo”).
Un esame che consiste nel far passeggiare per una brevissima distanza la persona su una “base” sensibile alle pressioni esercitate sui piedi. Ne uscirà un’impronta virtuale che può essere “tradotta” da un software di un computer.
Un test rapido e assolutamente non invasivo.
Ovvio che il supporto di un esame strumentale come può essere una radiografia del piede, darà la possibilità di accertare la causa che ha portato all’insorgenza dell’alluce valgo e il grado di gravità della problematica. Da ricordare, infatti, che si parla propriamente di “alluce valgo” quando l’angolo di inclinazione tra il primo e il secondo osso metatarsale travalica gli 8 gradi.
Si potrebbe anche arrivare alla necessità di sottoporsi ad una Tac o una risonanza magnetica del piede per scongiurare la presenza di altre problematiche sottostanti.
Talvolta si arriva anche ad esaminare il liquido articolare per verificare la presenza di malattie come artrite o gotta.
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Come Trattare L’Alluce Valgo
Esistono varie possibilità di intervento su una situazione di alluce valgo. Diverse opzioni in base alla situazione del momento in termini di gravità dell’invalidità raggiunta.
I trattamenti si possono suddividere in due tipologie:
- I Trattamenti Che Possiamo Definire “Conservativi”
Sono quei tentativi di cura che non prevedono un intervento di tipo chirurgico. Va da sé che non sono in grado di risolvere la deformazione ossea formatasi nel frattempo ma possono essere molto utili per alleviare la pressione e quindi il dolore sperimentato.
Tra questi ricordo alcune possibilità:
- Utilizzare dei farmaci analgesici
- Fare uso si fasce elastiche in grado di mantenere tutto il piede in una posizione adeguata, contenendo così il carico stressante sull’alluce e diminuendone la sofferenza sperimentata
- Ricorrere alle infiltrazioni di cortisone per limitare la tumefazione creatasi
- Optare per delle scarpe dalla pianta larga che offrano il giusto spazio alle dita dei piedi. Le migliori sono quelle che “rispettano” l’ampiezza naturale del nostro arco plantare. Da rimarcare che i tacchi più alti dei 4-5 centimetri mettono il piede in una posizione decisamente innaturale.
- Impiegare degli impacchi di ghiaccio e spalmare delle creme lenitive per moderare lo stato infiammatorio
- Usare dei apparecchi “separadita” e dei plantari speciali per riequilibrare la pressione esercitata dal corpo sui piedi. Un buon metodo anche per ridurre il dolore e per prevenire altre situazioni problematiche dei piedi legate all’insorgenza dell’alluce valgo
- Evitare tutte quelle situazioni che ci vedono costretti a permanere a lungo in piedi
- Fare ricorso a delle sedute di fisioterapia specificatamente “pensate” per la problematica dell’alluce valgo
Per un approfondimento puntuale su questo argomento ti suggerisco la visione di questo articolo: Le Tecniche Di Intervento Conservativo In Caso Di Alluce Valgo
2- I Trattamenti Chirurgici
Se i tentativi di risolvere una situazione di alluce valgo, appena elencati, non ottengono il risultato sperato, non resta che iniziare a valutare l’opportunità di un intervento di tipo chirurgico.
Sintetizzando al minimo indispensabile lo scopo di un intervento chirurgico su una alluce valgo possiamo riassumere il tutto in tre obiettivi dichiarati:
1- Riposizionare ossa, tendini, legamenti e innervature per riportare l’alluce alla posizione “sana”
2- Rimuovere la protuberanza ossea formatasi all’altezza del primo metatarso
3- Riformulare l’angolo formatosi tra primo e secondo metatarso, riposizionando le cartilagine per ottenere una linea dell’alluce più diritta
Anche qui, se la sala operatoria rimane l’ambiente comune, il tipo di intervento può variare nella metodologia chirurgica:
- Il Metodo Invasivo Tradizionale
Si tratta di intervenire a “cielo aperto” come si sul dire. L’obiettivo di riportare l’alluce alla posizione normale si ottiene con un taglio nella pelle e nei tessuti che la sostengono, nell’asportazione della protuberanza ossea che si è formata e nell’applicazione di alcuni “tiraggi” al fine di riposizionare il dito più grande del piede.
- La Tecnica “Percutanea”
L’obiettivo resta lo stesso: portare l’alluce nella posizione normale. Ma la strada per arrivarci è decisamente meno invasiva con il fine, dichiarato, di rendere più agevole e più breve la fase di recupero post-intervento.
Si esplica con dei piccoli buchetti sull’epidermide che puntano ad operare in modo più diretto e meno invasivo sull’osso da trattare. Si possono introdurre così delle “mini-frese” in grado di rimodellare la protuberanza ossea e con l’applicazione di uno speciale “bendaggio” dalle finalità stabilizzati e contenitive.
Un tipo di intervento possibile con l’introduzione delle nuove tecnologie basate su immagini radioscopiche.
Una tecnica che ha decisamente “trasformato” l’approccio chirurgico all’alluce valgo. Una metodologia che ha preso definitivamente piede in ambito medico e che non viene applicata solo in quei pochi casi in cui l’alluce valgo dipenda da malattie degenerative che renderebbero vano e sostanzialmente inutile il riposizionamento articolare dell’alluce.
In termini di rapidità, riduzione del dolore, assenza di cicatrici fastidiose, inutilizzo di chiodi o viti, riduzioni di complicanze e velocità nel ritorno alla deambulazione, il metodo percutaneo ha, inopinabilmente aperto un nuovo mondo nella cura e nella soluzione di situazioni di alluce valgo.
Se vuoi approfondirne la conoscenza ti invito a leggere questo articolo: La Tecnica Percutanea Nel Trattamento Dell’Alluce Valgo
Altre tecniche di intervento meno diffuse ma che possono essere prese in considerazione in specifici casi sono:
- L’Artrodesi
Un tipo di intervento indicato da un termine di derivazione greca composto da “artro” (articolazione) e “desis” (l’atto del legare).
Da questa premessa si può comprendere che si tratti di un’azione chirurgica che ha lo scopo di rendere statica (fissa) un’articolazione per natura mobile.
Un obiettivo che si raggiunge utilizzando dei mezzi di sintesi come chiodi, viti, placche o gabbie. Ma anche attraverso degli innesti di tipo osseo.
Un’operazione, quindi, a cui si ricorre solo quando non rimangono altre opzioni di intervento
- L’Artroplastica Di Resezione
E’ una metodologia chirurgica che fu resa nota grazie al lavoro di Keller negli Stati Uniti e da Brandes in Germania, al fine di trattare con successo situazioni di alluce valgo e di alluce rigido.
Nel momento che scriviamo, la tecnica Keller-Brandes è consigliata per pazienti ultrasessantenni che hanno raggiunto un angolo di valgismo intermetatarsale che supera i 12 gradi di inclinazione.
Consiste nell’applicare una resezione di circa un terzo della falange prossimale dell'alluce.
Le complicazioni possibili dalla scelta di questo approccio, variano in base all’intensità di scarico della colonna mediale, dall'inserzione della muscolatura intrinseca sulla falange prossimale e da un eccessivo accorciamento dell'alluce.
Sto parlando della possibile comparsa di problematiche come:
- metatarsalgia
- deformità dell'alluce
- fratture da stress dei metatarsali esterni
- recidiva della protuberanza ossea
Quello che si sa per certo è che questo approccio non sempre garantisce la soddisfazione del paziente e del medico che l’ha applicata
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Alluce Valgo: Come Scegliere Il Trattamento E Quali Tempi Di Recupero Aspettarsi
Ci sono alcuni elementi da considerare nella scelta della tipologia di trattamento da scegliere in caso di alluce valgo.
Uno di questi è senz’altro l’età di chi ne soffre. In un giovane, intervenire subito chirurgicamente potrebbe non essere la soluzione più appropriata. L’ancora ampia aspettativa di vita e la fase non ancora completa della strutturazione ossea, alzano le probabilità di recidiva dell’alluce valgo.
Lamentare problematiche di salute quali il diabete, artrite reumatoide o difficoltà cardiovascolari è un altro ostacolo alla decisione di propendere per un intervento chirurgico. Il processo di guarigione post-intervento potrebbe risultare oltremodo gibboso. Ecco allora che la condizione di salute generale al momento della possibile operazione chirurgica potrebbe essere un altro elemento da considerare nella scelta di cura dell’alluce valgo.
Un’altra cosa su cui riflettere è il fatto che con un intervento chirurgico nessuno può garantire la stessa flessibilità delle dita dei piedi goduta precedentemente. Questo significa che se usiamo i piedi a livello professionale dobbiamo mettere sul tavolo tutte le variabili in gioco prima di decidere.
Infine saranno sempre la competenza e l’abilità operatoria del chirurgo a fare la differenza. Così come il grado di gravità della problematica in cui ci si trova.
Questo cosa significa?
Semplicemente che l’intervento chirurgico rimane la sola possibilità di soluzione definitiva del problema.
Ma, d’altro canto, presenta, dei rischi e delle possibili complicazioni. Quindi, va scelto non per meri scopi estetici, ma solo in caso di forte dolore e quando tutti i tentativi di trattamento conservativo hanno fallito.
I Tempi Di Recupero
Il grado di precisione raggiunto dalla chirurgia moderna, permette ad una buona parte degli interventi per alluce valgo di essere eseguito in day hospital senza la necessità di un vero e proprio ricovero.
Spesso è un’operazione eseguita con anestesia localizzata.
Quanto ci mette una persona a tornare in sesto?
Ovvio che ci sono delle componenti sia soggettive (stato di salute e tonicità muscolare) e delle componenti oggettive (tipo di intervento chirurgico, eventuali complicazioni ecc).
Usualmente, attraverso l’utilizzo di una speciale calzatura, si può iniziare a poggiare il piede a terra e camminare senza le stampelle subito dopo la fine dell’intervento chirurgico.
Passati una ventina di giorni, ci si sottopone ad un primo controllo dove viene medicata la ferita e applicato un bendaggio più ridotto. In quel momento di può iniziare ad utilizzare uno speciale calzino che permette alla persona operata di poter tornare a calzare una scarpa che deve possedere una vestibilità improntata alla massima comodità.
Possono susseguirsi vari controlli, in base al grado di gravità della patologia trattata. Dopo 45 giorni dall’intervento è previsto un controllo radiografico per verificare al meglio la situazione.
Quali Possibili Complicazioni Vanno Considerate?
Una condizione di alluce valgo non trattata ha il destino segnato: un peggioramento progressivo che porterà alla formazione di altri disturbi come artrite e deformazioni articolari.
Ma le complicanze della situazione possono derivare non solo dall’incuria ma anche dal post-intervento chirurgico, ossia dalla scelta di “rischiare” una soluzione che vorrebbe essere definitiva.
Se è vero che la chirurgia offre un’alta percentuale di miglioramento (fino all’85% dei casi trattati), è inutile nascondersi che un intervento chirurgico dell’alluce valgo presenta dei possibili aggravamenti apportati da:
- il condensamento del tessuto cicatriziale
- il riposizionamento errato dell’osso metatarsale
- un’infezione
- la sopravvenuta rigidità eccessiva delle dita
- una recidiva che reclama un ulteriore intervento
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