Cordyceps: Benefici E Proprietà Di Un Fungo Consumato E Venerato
Il cordyceps è un genere di fungo parassita che si sviluppa sulle larve di alcuni insetti. Attacca il suo ospite, si sostituisce ai suoi tessuti e germoglia con steli lunghi e sottili che fuoriescono dal corpo dell’ospite.
I resti di quest’ultimo e del fungo che vi si è formato, vengono raccolti a mano, e sono utilizzati dalla medicina tradizionale cinese da secoli per trattare situazioni di stanchezza cronica, problemi renali e basso desiderio sessuale.
Gli integratori e i prodotti contenenti i suoi estratti hanno conosciuto una sempre più ampia popolarità in tutto il mondo. Una fama sorretta dai racconti sui suoi vari benefici per la salute dell’uomo.
Le tipologie di cordyceps arrivano a contare fino a 400 esemplari diversi, ma sono due quelle che hanno incuriosito non solo i “ricercatori di benessere” incalliti, ma anche i ricercatori scientifici che continuano ad indagarne le proprietà e a verificarne i potenziali benefici: il cordyceps sinensis e il cordyceps militaris.
C’è da dire che gran parte degli studi effettuati sono stati condotti in laboratorio o su animali, quindi, per ora, arrivare a delle certezze sui vanaggi per gli essere umani è ancora un percorso che si nutre di teorie più che di conclusioni.
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Cos'è Il Fungo Cordyceps
Il cordyceps è un fungo che cresce sulle altezze siderali del Tibet (sopra i 4000 metri) e si diffonde nei versanti dell’Hymalaya e sulle montagne cinesi, tibetane e del Nepal.
Il suo nome origina dal latino “cord” e “ceps”, rispettivamente “corda” e “testa”, che in pratica vuole riassumere questa sua particolare forma che si propaga a partire dalla carcassa mummificata della larva di lepidottero (generalmente l’ "Hepalis Armoricanus”).
La storia ce lo riporta anche con il nome di “DongChongXiaCao” che si può tradurre con “fungo bruco” un’appellativo che vuole sottolineare quel processo di trasformazione che porta dalla larva invernale alla germogliazione della pianta d’estate.
All’inizio dell’inverno infatti, l’insetto-ospite viene infettato dal fungo cordyceps e morirà sotto l’azione di quest’ultimo all’inizio dell’estate. A quel punto il fungo inizierà a germogliare nella carcassa dell’insetto con delle protrusioni arboree che si estenderanno dalla testa.
La sua preziosità e la venerazione di cui è stato oggetto per secoli nella medicina tradizionale cinese si veste di una certa rarità (non è semplice trovarlo e per questo resta un rimedio naturale costoso) e dell’eco dei suoi effetti benefici per molti aspetti della nostra salute. Pensa che l’economia del Tibet dipende, per più della sua metà, dalla commercializzazione di questo fungo.
Il suo valore, come spesso succede, ha portato a una specie di “velocizzazione” della sua produzione che impattando sui suoi processi naturali ne ha messo in discussione la sopravvivenza in alcune aree del pianeta.
Cordyceps Life
Protegge I Polmoni E Migliora
Difese Immunitarie, Metabolismo e Umore
I Benefici Del Cordyceps
Come accennato, la storia degli effetti benefici e delle proprietà strabilianti del fungo cordyceps ha un percorso lungo.
Si racconta per esempio che i mandriani del Tibet che portavano i loro yak a pascolare in alta quota, si sono accorti che nel mangiare questo fungo, estraendolo dalla neve, gli animali mostrassero un livello energetivo e vitale insolito e un elevato desiderio sessuale. Tanto che iniziarono prima a chiedersi se potesse funzionare sull’uomo, poi testandolo, a goderne i benefici estramamente energizzati.
Sperimentarono così un aumento della resistenza fisica anche nei luoghi spesso impervi dove vivevano e una riduzione dell’incidenza delle malattie respiratorie e di altre affezioni.
Ma è ora di addentrarci più in profondità in questi potenziali benefici che ci può riservare l’assunzione del cordyceps, magari strizzando l’occhio a ciò che ne dice la scienza in proposito.
Di seguito tutti i benefici che puoi ottenere da questa pianta ...
Cordyceps e Diabete: Glicemia Sotto Controllo Con Il Fungo Bruco
In questo capitolo voglio parlarti di cordyceps e diabete. In pratica la discussione verterà su quello che può fare il fungo-bruco ritenuto “miracoloso” dalla medicina tradizionale cinese sulla malattia debilitante che ci porta a non avere l’insulina necessaria per regolare i livello dei nostri zuccheri nel sangue.
Il diabete …. vero e proprio flagello della modernità!
Una malattia che le statistiche danno sempre più in crescita tra la popolazione di tutto il mondo, soprattutto e in modo specifico tra quella dei paesi industrializzati.
Il motivo principale va ricercato in una dieta composta da alimenti iperzuccherati e ipertrasformati che contraddistingue proprio le nazioni che si ritengono più “evolute”.
Cordyceps E Diabete: L’Approccio Occidentale Alla Malattia Del Secolo
Esistono due tipologie di diabete:
1- Il Diabete Di Tipo 1
E’ causato da una reazione autoimmune che va a distruggere le cellule Beta del pancreas dove viene prodotta e secreta l’insulina.
Una reazione che quindi conduce, vista l’impossibilità di secernere insulina, ad un incontrollato innalzamento del livello degli zcuccheri nel corpo.
Si presume che la problematica possa avere un’origine di tipo genetico che è sempre “assistito” però un innesco ambientale per stimolare la risposta immunitaria.
I geni MHC e i geni presenti sui cromosomi 6 e 11 sono stati finora associati a questa tipologia di diabete.
2- Il Diabete Di Tipo 2
E’ caratterizzato da un aumento dei livelli di zucchero nel sangue a digiuno nonostante la disponibilità di insulina.
Una situazione a cui ci si arriva per:
- una ridotta produzione di insulina
- un’aumentato grado di resistenza cellulare all’azione dell’insulina
- un’innalzamento della produzione di glucosio da parte del fegato
La mancanza di insulina che può derivare anche in un diabete di tipo 2 dal malfunzionamento delle cellule beta pacreatiche. Ma con un meccanismo diverso.
Gli acidi grassi liberi in eccesso vanno a stimolare la produzione di insulina in queste cellule. Ma allo stesso tempo, inibiscono l'assorbimento del glucosio da parte dei tessuti periferici. Inoltre l'aumento del livello di insulina causato dall'eccessiva stimolazione delle cellule Beta attiverà anche un rilascio di glucosio da parte del fegato.
L'intero processo alla fine causerà l'esaurimento delle cellule beta seguito dall'incapacità di produrre insulina.
Cordyceps E Diabete: L’Approccio Della Medicina Tradizionale Cinese Al Diabete
Nella medicina cinese il diabete mellito è chiamato sindrome da “sete e deperimento” o “Xiao Ke”.
Mentre il diabete di tipo I sembra essere causato da carenze congenite, il tipo II generalmente inizia con una accumulo eccessivo di calore nello stomaco combinato con una carenza funzionale della milza.
Questo accumulo calorico eccessivo, può essere generato da uno stile di vita contraddistinto da un’alimentazione troppo ricca di di cibi caldi, piccanti o grassi accompagnata all'ingestione di alcol.
Può anche essere innescata da una carenza funzionale del fegato e dello stesso stomaco. La milza d'altra parte può andare in panne con il consumo eccessivo di zucchero, di cibi dolci o grassi, con la presenza di preoccupazioni esagerate, con l’assenza di esercizio fisico o in una situazione protratta di sforzo eccessivo.
Una disfunzione renale è alla base di un ristagno calorico che porta i liquidi dello stomaco e dei polmoni ad esaurirsi. Da qui si può arrivare anche ad una situazione di secchezza polmonare.
Il diabete è spesso accompagnato anche da ristagno di “energia” epatica e ad una carenza di vitalità del sangue che si trasformano in una stasi funzionale del sangue. L’accumulo calorico, come detto, può anche derivare dalla carenza energetica della milza che dà origine ad alcune delle complicanze associate al diabete.
Gli Effetti Del Cordyceps Su Una Situazione Di Diabete
Le ricerche e gli studi degli ultimi anni sembrano chiare: il Cordyceps è in grado di abbassare i livelli di zucchero nel sangue.
E’ vero che questi studi sono relativamente pochi ed è vero anche che il meccanismo che spieghi la relazione tra Cordyceps e diabete non è stato del tutto chiarito.
Ma è vera la conclusione: consumando cordyceps con regolarità si può regolare la glicemia.
E le risultanze parlano anche di una capacità di innalzare la produzione dell’insulina che può rivelarsi importanti per tutti i pazienti diabetici.
Alcuni hanno tentanto di spiegare l’efficacia del cordyceps sul diabete con la sua abilità calmierante sulle cellule del sistema immunitario, andando così a regolare e depotenziare la risposta immunitaria.
Una spiegazione utile ed interessante in caso di diabete di tipo 1.
Ma il fungo “miracoloso” ha dimostrato di essere in grado di mettere la museruola alla glicemia anche nei pazienti sofferenti di diabete di tipo 2 e quindi il meccanismo spiegato prima deve essere allargato ad altro per spiegare più completamente il rapporto tra cordyceps e diabete.
Per la medicina cinese, il Cordyceps sinensis sostiene l’azione dei reni, rigenera i liquidi e inumidisce i polmoni.
Pertanto, consentendo la corretta distribuzione dei fluidi corporei e dell’energia vitale, è possibile evitare anche la stasi funzionale del sangue.
Il dosaggio appropriato di Cordyceps per questa malattia dovrebbe essere compreso tra i 3 e i 3,6 g al giorno per osservare cambiamenti marcati.
Cordyceps e Diabete: Cosa Dicono Studi E Ricerche Sull’Argomento
In questo studio (qui) si è mostrato come il polisaccaride CSP-1 ha avuto un effetto ipoglicemizzante sui ratti con un diabete provocato dalla somministrazione di streptozotocina e sui topi affetti da un diabete indotto dalla somministrazione di allossano mentre non ha influenzato significativamente i topi sani .
È stato osservato un calo dei livelli di zucchero nel sangue insieme ad un aumento dei livelli sierici di insulina negli animali diabetici quando è stata somministrata giornalmente per 7 giorni una dose superiore a 200 mg/kg di peso corporeo.
I ricercatori hanno concluso che CSP-1 può stimolare il pancreas a rilasciare più insulina.
In un altro studio (che trovi qui) si è dimostrato che il corpo furttifero del cordyceps è in grado di, ridurre la perdita di peso, contenere la polidipsia e ridurre l’iperglicemia indotte dal diabete.
Sembra dunque che il cordyceps sia un fungo che dovrebbe far parte della dieta di un diabetico perché in grado di abbassare il livelli di zucchero nel sangue e gran parte dei sintomi correlati.
In un ulteriore studio (che trovi qui) si è concluso che l’utilizzo del corpo fruttifero del cordyceps,così come del suo micelio fermentato o del suo brodo abbia un effetto riducente sul diabete in piena linea con gli studi precedenti.
Questi studi sembrano non lasciare molto spazio ai dubbi: il Cordyceps effettivamente abbassa i livelli di zucchero nel sangue negli individui trattati con questo fungo.
I risultati sui ratti sono innegabili e le applicazioni su soggetti umani sembrano più che promettenti.
Inoltre, poiché Cordyceps sinensis viene utilizzato in quantità sempre maggiori in tutto il mondo, è particolarmente importante poter verificiae se le diverse preparazioni del fungo ottengano risultati simili e comprovati.
Cordyceps e Cancro: Cosa Può Fare Il Fungo Miracoloso Sui Tumori
Cordyceps e Cancro: Come Si Forma Un Tumore
Un normale ciclo di formazione cellulare comprende quattro fasi durante le quali avviene la sintesi di DNA, RNA e proteine in modo che la cellula possa separarsi in due cellule identiche.
Tutte le cellule del corpo umano provengono dallo zigote creato al momento del concepimento.
In base all'ambiente in cui si sviluppa la cellula, e cioè agli stimoli esterni forniti dalle cellule vicine, ai nutrienti, all'ossigeno e agli ioni, una cellula diventerà molto più specializzata.
Più sono specializzate, meno sono in grado di dividersi.
Si ritiene quindi che le cellule cancerose si sviluppino da cellule normali che hanno subito una mutazione durante il processo di differenziazione.
Se la mutazione avviene precocemente, la cellula risultante sarà molto poco differenziata e il cancro sarà molto aggressivo.
Tuttavia, se la mutazione avviene in una fase successiva, le cellule saranno più differenziate e produrranno quindi un cancro molto meno aggressivo.
Qualsiasi tipologia di fattore ambientale può influenzare il processo di differenziazione. Le radiazioni o le tossine come gli inquinanti possono causare danni cellulari.
I molti diversi tipi di cellule presenti nel corpo umano e la complessità del corpo umano stesso, danno origine a molti diversi tipi di cancro.
Ma nonostante tale diversità, ogni cancro origina dallo stesso motivo: il mancato riconoscimento della cellula cancerosa come un elemento nocivo da cui difendersi.
Un trattamento che stimoli il sistema immunitario ad innescare una risposta più aggressiva contro le cellule tumorali, quindi, potrebbe essere un modo efficace per domare la malattia.
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Cordyceps e Cancro: Cosa Ne Pensa La Medicina Tradizionale Cinese
La medicina tradizionale cinese ritiene che fattori patogeni esterni che invadono il corpo, insieme a comportamenti dietetici ed emotivi sbagliati, siano all’origine non solo dello scorretto funzionamento degli organi ma il principale ostacolo alla circolazione dell’energia vitale.
Un impedimento che porta alla stasi funzionale del sangue, vero punto d’origine di una serie infinita di malattie tra cui anche il cancro.
Sapere e conoscere quale sia il punto di partenza di un possibile problema, per la medicina tradizionale cinese, significa avere la possibilità di rinforzare la consapevolezza al fine di cambiare il punto di arrivo.
Gli Effetti Del Cordyceps Sul Cancro
Negli ultimi anni il Cordyceps ha mostrato delle effettive prove sulle sue potenzialità di sostegno ai malati di cancro.
Chi soffre di tumore ai polmoni sembra trarre i maggiori benefici dalla somministrazione del fungo-bruco “miracoloso” anche se è stato dimostrato che può essere da sostegno anche in tumori che colpiscono la cervice, la vagina, la prostata, la mammella, il fegato, il tratto gastrointestinale, il pancreas, i linfonodi, la laringe e la muscolatura liscia.
Il Cordyceps sembra infatti poter aumentare la produzione di cellule T e la produzione dei linfociti in generale.
I sintomi generali associati al cancro sembrano migliorare notevolmente quando il trattamento coinvolge il Cordyceps.
La febbre viene contenuta.
I pazienti si sentono più affamati e sperimentano meno vomito, affaticamento e dolore.
Anche l'emocromo completo (CBC) rimane normale in un numero maggiore di pazienti sottoposti a chemioterapia rispetto ai pazienti che non assumono il fungo.
È noto anche che i malati di cancro trattati con Cordyceps completano la chemioterapia in numero maggiore, avendo così una migliore possibilità di sopravvivenza.
Il Cordyceps ha anche dimostrato di ridurre la crescita delle cellule tumorali nei casi di linfomi, melanomi e sarcomi. E migliora l’efficacia di alcune chemioterapie.
L'esatto meccanismo con cui il Cordyceps riesce a combattere il cancro è ancora relativamente non chiaro.
La sua capacità di aumentare il grado di protezione corporea è ben documentata, ma i mezzi con cui sembra migliorare la capacità del corpo umano di innescare una risposta immunitaria contro le cellule tumorali non sono ancora stati compresi.
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Cordyceps e Cancro: Cosa Dice La Scienza
Studio 1
Nel 1993, Liu Feng e Zheng Xiao hanno pubblicato un articolo sullo studio del Cordyceps sinensis e dei suoi effetti sul carcinoma laringeo.
Nella loro ricerca hanno utilizzato cellule di carcinoma laringeo in vitro con una soluzione di coltura a base di siero fetale di vitello insieme a diverse concentrazioni di estratto acquoso di Cordyceps sinensis.
Hanno proceduto a contare il numero di cellule presenti a diversi intervalli di tempo e per le diverse concentrazioni.
I loro risultati non solo hanno mostrato che meno diluito era l'estratto, più potente sembrava essere il fungo sulle cellule di carcinoma laringeo, ma anche che l'estratto era anche sensibile al tempo.
Infatti più a lungo le cellule sono state esposte al fungo, più lentamente sono cresciute.
Si è arrivati quindi alla conclusione che il Cordyceps sinensis ha un impatto diretto sulle cellule del carcinoma laringeo poiché è stato notato che il tasso di crescita è stato ridotto con concentrazioni più elevate di Cordyceps e più prolungate nel tempo.
Si è suggerito comunque di dover effettuare ulteriori studi per determinare l'esatto meccanismo con cui sono stati ottenuti questi risultati.
Studio 2
Nel 1998, Kazuki Nakamura e il suo team hanno pubblicato uno studio sull'effetto inibitorio del Cordyceps sinensis sulle metastasi epatiche spontanee del carcinoma polmonare di Lewis e sulle cellule di melanoma B16 nei topi.
Alcuni topi sono stati iniettati con cellule di carcinoma polmonare di Lewis e mentre altri topi con cellule di melanoma B16.
Si è scoperto che l'estratto acquoso di Cordyceps sinensis aveva un forte effetto inibitorio su entrambi i tipi di cellule, mentre la sola cordicepina no.
Studio 3
Lo stesso Kazuki Nakamura con il suo team hanno studiato l'attivazione in vivo della funzione delle cellule di Kupffer (macrofagi epatici) mediante somministrazione orale di Cordyceps sinensis nei ratti, nel tentativo di trovare il meccanismo che spiega le proprietà antimetastatiche di Cordyceps sinensis.
Agli animali è stato somministrato un estratto acquoso di Cordyceps sinensis alla dose di 200 mg/kg di peso corporeo per 25 giorni e quindi è stata iniettata una soluzione di carbonio colloidale.
Il tasso di eliminazione del carbonio dal sangue è stato quindi misurato insieme al peso corporeo, del fegato e della milza.
I risultati dell'esperimento hanno mostrato che l'emivita del carbonio colloidale nel sangue dei ratti che avevano ricevuto l'estratto acquoso di Cordyceps sinensis era molto più breve (36%) rispetto al gruppo di controllo.
Il peso del corpo, del fegato e della milza è rimasto costante.
Le cellule di Kupffer degli animali trattati con il fungo possedevano una funzione accelerata e che, poiché sono responsabili dell'eliminazione delle cellule tumorali, erano quindi parzialmente implicate nella funzione antimetastatica di Cordyceps sinensis.
Inoltre, la mancanza di variazione di peso ha mostrato che l'uso di Cordyceps non ha avuto effetti tossici sul corpo e che era quindi abbastanza sicuro da usare.
Cordyceps e AIDS: Cosa Può Fare Il Fungo Miracoloso Conto L'HIV
Parlare di cordyceps e aids mi serve per farti comprendere la forte azione difensiva che può avere il cordyceps per il nostro organismo.
L’Aids che tanto ha spaventato il mondo alla fine del secolo scorso ha rappresentato la malattia da immunideficienza per antonomasia.
L'AIDS è una sindrome da immunodeficienza secondaria causata da una precedente infezione da HIV e caratterizzata da infezioni, tumori, disfunzioni neurologiche e varie altre malattie.
Questo retrovirus (HIV o virus dell'immunodeficienza umana) invade il corpo attraverso un contatto sessuale, di sangue o perinatale.
Come tutti gli altri retrovirus trasporta le sue informazioni genetiche nel suo RNA. Quando viene trasmesso a un nuovo ospite, infetta le cellule T CD4 in modo specifico presentando una proteina di superficie chiamata gp120 alla cellula bersaglio e legandosi alla sua superficie.
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Cordyceps e Aids: Come Si Diffonde Il Virus Di Questa Malattia
Il virus entra quindi nella cellula ospite e scarica il suo RNA virale per essere trascritto nel DNA con l'aiuto di un’enzima.
Il DNA risultante viene quindi integrato nel DNA dell'ospite.
Da quel momento in poi il virus può rimanere dormiente o replicarsi e rilasciare delle sue copie, distruggendo la cellula dell'ospite nel processo.
In un dato giorno, quasi tutte le cellule T CD4 vengono sostituite e quasi tutti i virus vengono distrutti. Ma nel tempo il numero di cellule T CD4 diminuisce mentre aumenta il numero di virus.
Anche l'immunità dell'ospite diminuisce, poiché le cellule T CD4 svolgono un ruolo troppo importante nella risposta immunitaria. L'ospite diventa quindi più incline alle infezioni e al cancro.
Una volta che l'ospite ha meno di 200 cellule T CD4 rimanenti per millimetro cubo di sangue, si dice che l'ospite sia affetto da AIDS a tutti gli effetti.
Cordyceps e Aids: Cosa Ne Pensa La Medicina Tradizionale Cinese
Secondo la medicina tradizionale cinese il sesso eccessivo e non protetto porterà all'esaurimento dello “Jing” renale che a sua volta renderà l'individuo più suscettibile agli agenti patogeni tossici.
I farmaci, che tendono ad essere secchi e di natura calda, esauriscono lo “yin” e i fluidi corporei causando così una carenza di “yin”.
L'agente patogeno tossico che può essere inattivo per un po' può attivarsi quando un altro agente patogeno stagionale attacca il portatore.
L'agente patogeno tossico può anche entrare direttamente nel sangue quando il futuro ospite riceve una trasfusione di sangue contaminato.
Secondo Anshen Shi, gli stadi dell'HIV e dell'AIDS possono essere espressi in termini di quattro livelli di malattie febbrili calde.
La forza sia del “Qi” difensivo che del patogeno tossico determinerà la velocità con cui si sviluppa la malattia.
All'inizio dell'infezione sono presenti un “Qi” difensivo carente e un patogeno tossico inesorabile.
L'agente patogeno va ad attaccare lo yin del polmone e dello stomaco.
Quando il Qi difensivo si indebolisce, l'agente patogeno tossico si sposta più in profondità nei livelli nutritivi e nel sangue.
Il Qi sta affondando e il calore si accumula nello stomaco e nell'intestino. Il Qi difensivo diventa troppo debole per espellere l'agente patogeno.
Il calore della flemma appanna gli orifizi e si deposita nello yin terminale.
Alla fine l'agente patogeno tossico prende il sopravvento completamente. A questo punto Yin e Yang si separano e la prognosi è molto sfavorevole.
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Gli Effetti Del Cordyceps Sull’AIDS
Secondo Jian Wang e Wen Zou, il Cordyceps sembra poter aiutare nel trattamento dell'HIV/AIDS migliorando la funzione delle cellule T helper CD4 e promuovendo il rapporto CD4/CD8.
Promuove la proliferazione delle cellule T e ne rafforza la funzione. Quindi nel complesso migliora il sistema immunitario.
Inoltre il Cordyceps è noto per tonificare lo “Yang”, rafforzare lo “yin” polmonare, ridurre il catarro e anche fermare il sanguinamento.
Nelle prime fasi della malattia il Cordyceps può essere utilizzato per rafforzare lo yin polmonare.
Con il progredire della malattia può essere utilizzato per fermare la produzione di catarro e infine per tonificare lo Yang.
Poiché i sintomi della diarrea sanguinolenta sono comuni, il Cordyceps può rivelarsi in grado di aiutare a risolvere anche questi problemi.
Cordyceps e Aids: Cosa Ne Pensa La Scienza
Studio 1
Nel 1989 David C. Montefiori assieme ad altri ricercatori, ha studiato e approfondito l'effetto degli analoghi del fosforotioato e della cordicepina sull'inibizione della trascrittasi inversa del virus dell'immunodeficienza umana di tipo 1 e sull'infezione in vitro.
Gli analoghi della cordicepina hanno dimostrato fino a circa il 70% di inibizione dell'attività della trascrittasi inversa mentre mostravano un'attività anti-HIV1 che porta a una protezione superiore all'80%.
Il team di studiosi ha determinato che anche se non è mai stata raggiunta l'inibizione completa della trascrittasi inversa, è stata comunque osservata una forte attività antivirale.
Hanno quindi concluso che un meccanismo diverso dall'inibizione della trascrittasi inversa potrebbe essere responsabile delle proprietà antivirali osservate.
Si è comunque suggerito la necessità di fare ulteriori ricerche in modo da determinare il meccanismo preciso (cioè l'attivazione della RNasi L o altro meccanismo sconosciuto) con cui l'attività anti-HIV1 può essere spiegata.
Studio 2
Nel 1995, Lu Weibo e altri suoi colleghi hanno pubblicato una ricerca sugli effetti della medicina tradizionale cinese sui pazienti affetti da HIV e AIDS.
Tra le erbe dispensate c'era il Cordyceps sinensis.
8 pazienti della Tanzania sono risultati sieronegativi convertiti dopo il loro trattamento a base di erbe.
Sono stati poi testati nel corso degli anni per vedere se erano di nuovo sieropositivi.
Durante il trattamento iniziale, è stato osservato in tutti i casi un miglioramento della funzione immunitaria fino alla conversione siero-negativa.
Di tutti questi casi solo uno dei pazienti ha restituito lo stato sieropositivo dopo 3 mesi di sieronegatività.
Lo stato sieronegativo degli altri sembrava durare tra 11 e 49 mesi, mentre 2 dei pazienti sono rimasti sieronegativi fino alla fine dello studio.
Il Cordyceps sinensis ha mostrato quindi una forte attività antivirale sufficiente per invertire almeno temporaneamente lo stato sieropositivo dei pazienti.
L'uso del Cordyceps sinensis su pazienti affetti da AIDS/HIV sembra effettivamente migliorare le loro possibilità di sopravvivenza stimolando una risposta immunitaria.
Cordyceps e Lupus: Cosa Può Fare Il Fungo Contro Questa Malattia
In queste righe tratterò del rapporto tra cordyceps e lupus sempre cnm il fine di dimostrare quanto il fungo millenario della medicina cinese possa sostenerci nel nostro tentativo di rendere più forte e attivo il nostro sistema immunitario.
Il lupus, o propriamente lupus eritematoso sistemico (LES) è un'altra malattia autoimmune che si manifesta con un'infiammazione cronica dei tessuti connettivi.
L'esordio può essere rapido e conseguente alla manifestazione di una febbre intensa. Ma può anche richiedere anni per svilupparsi.
La medicina occidentale considera sconosciuta la sua causa che comunque è legata ad una reazione autoimmune in cui si formano autoanticorpi e immunocomplessi.
Un'iperattività delle cellule B può essere rilevata in pazienti affetti da LES.
Questa iperattività che porta alla sovrapproduzione di anticorpi può derivare da cellule T helper troppo zelanti o da funzioni difettose delle cellule T soppressore.
Fattori ambientali, immunologici, ormonali e/o genetici possono essere responsabili dello sviluppo di autoanticorpi.
La luce ultravioletta, le sostanze chimiche, alcuni alimenti e possibilmente antigeni infettivi possono causare l'insorgenza della malattia e i successivi periodi di esacerbazione.
I pazienti affetti da LES possono diventare fotosensibili.
La componente immunologica risiede nella possibilità che il processo patologico inizi con l'attivazione di cellule B policlonali che producono quantità eccessive di autoanticorpi.
Questi autoanticorpi si legano quindi all'antigene appropriato per creare complessi immunitari.
Questi complessi vengono quindi scaricati nelle superfici vascolari e tissutali dove iniziano una risposta infiammatoria e quindi danneggiano il tessuto circostante.
Gli anticorpi associati al LES includono ANA o anticorpi antinucleari.
Secondo Carol Mattson Porth, altre tipologie possono essere prodotte per legarsi agli antigeni di superficie dei globuli rossi, alle piastrine e ai fattori di coagulazione, portando così ad anemia e/o trombocitopenia.
Gli androgeni sembrano proteggere dal Lupus mentre gli estrogeni sembrano supportare lo sviluppo della malattia.
Uno squilibrio nei livelli di estrogeni/androgeni può causare l'aumento dell'attività delle cellule T helper riducendo la risposta delle cellule T soppressorie portando così alla formazione di autoanticorpi.
Casi familiari, specialmente tra gemelli identici, sembrano confermare l'idea che lo sviluppo di autoanticorpi possa avere una causa genetica.
Inoltre, finora sono stati isolati quattro geni associati alla malattia, che corroborano così la teoria della componente genetica.
Cordyceps e Lupus: Cosa Dice La Medicina Tradizionale Cinese
La medicina tradizionale cinese ritiene che il lupus eritematoso sistemico sia associato a un'eccessiva tossicità da calore e a una carenza di “yin” e di liquidi.
La carenza di Yin può essere costituzionale o causata da una varietà di diversi agenti patogeni.
Questa deficienza può quindi portare a uno squilibrio tra il Qi nutritivo e quello difensivo, che a sua volta aumenterà le possibilità di un attacco esterno di successo.
Secondo Anshen Shi, vento, freddo, caldo estivo, umidità, secchezza e calore possono attaccare e invadere il corpo causando così il LES.
La tossicità da calore può attaccare i vasi sanguigni e provocare eritema tra la pelle e i muscoli o gonfiore articolare quando si verifica tra le articolazioni.
Può anche attaccare gli organi interni causando così segni e sintomi specifici e riconoscibili.
Il lupus può anche essere causato da stress emotivi, eccesso di cibo, consumo eccessivo di alcol, sforzi eccessivi e attività sessuale eccessiva.
Ma poiché spesso inizia dopo l'esposizione alla luce solare, la medicina tradizionale cinese ritiene che i sei agenti patogeni esterni sopra menzionati siano le principali cause della malattia.
Allo stesso tempo, il Lupus può essere visto come un movimento dall'esterno (strati superficiali come pelle e mucose) all'interno (organi interni).
Gli Effetti Del Cordyceps Sul Lupus
Il Cordyceps sinensis sembra poter prolungare la durata della vita dei pazienti affetti da lupus eritematoso sistemico.
È stato dimostrato che inibisce il DNA anti-ds dove la produzione di anticorpi può essere completamente interrotta in molti casi.
Gli effetti di questo fungo sulla qualità della vita di questi pazienti sembrano apportare un ulteriore vantaggio: le persone sottoposte a trattamento con Cordyceps hanno più energia e generalmente sono meno esposte a stress e fatica.
Cordyceps e Lupus: Cosa Ci Racconta La Scienza
Studio 1
Nel 1993, Jong-Rern Chen e il suo team hanno studiato gli effetti delle erbe cinesi (incluso il Cordyceps sinensis) sul miglioramento della sopravvivenza e sull'inibizione della produzione di anticorpi anti-ds DNA nei topi affetti da Lupus.
Durante questo ai topi è stata somministrata una soluzione di Cordyceps.
I risultati hanno indicato che il gruppo alimentato con la soluzione da 0,1 g/giorno ha prolungato la durata delle aspettative di e ha inibito la produzione di DNA anti-ds.
Il gruppo di controllo ha mostrato un tasso di sopravvivenza dello 0% dopo 8 mesi di osservazione mentre il tasso di sopravvivenza del gruppo a cui era stato somministrato il Cordyceps era del 75%.
Allo stesso modo, a circa sei mesi dall'inizio dell'esperimento, la percentuale negativa di DNA anti-ds era del 43% per il gruppo di controllo con il 14% di topi morti mentre il gruppo Cordyceps aveva un tasso di DNA anti-ds negativo dell'87,5% e lo 0% di topi morti, mostrando così chiaramente che il Cordyceps sinensis aveva avuto un preciso impatto sul Lupus.
Studio 2
Nel 2001 i ricercatori dell'ospedale di Zhujiang hanno pubblicato uno studio sull'effetto del Cordyceps sinensis sull'inibizione del Lupus nei ratti.
I soggetti erano ratti femmina che sono stati alimentati con Cordyceps sinensis disciolto con etanolo per 8 settimane.
Il gruppo di controllo è stato alimentato solo con etanolo.
La valutazione dei linfonodi ha mostrato risultati migliori per il gruppo Cordyceps.
La proteinurea ha mostrato una marcata diminuzione nel gruppo Cordyceps mentre in quello di controllo ha mostrato un aumento netto.
L'azoto ureico sierico ha registrato la stessa tendenza mentre i livelli di creatinina hanno mostrato una lenta diminuzione per il gruppo Cordyceps e un forte aumento per il gruppo di controllo.
Infine i livelli di anticorpo ds-DNA sono diminuiti da circa 0,16 a circa 0,14 per il gruppo Cordyceps mentre il gruppo di controllo è passato da circa 0,15 a circa 0,2.
I ricercatori hanno concluso che Cordyceps sinensis è effettivamente efficace nell'inibire la linfoadenectasi, ridurre i livelli di proteinurea e l'anticorpo ds-DNA migliorando la funzione renale, tutti segni migliorativi in una situazione di lupus.
Studio 3
Nel 2003 L. Lu ei suoi colleghi hanno studiato l'effetto del Cordyceps sinensis e dell’artemisinina nella prevenzione delle recidive della nefrite lupica.
Nella ricerca sono stati trattati 61 malati di lupus.
31 individui hanno ricevuto da 2 a 4 g di polvere di Cordyceps e 0,6 g di artemisinina al giorno per 3 anni.
Al gruppo di controllo sono state somministrate compresse di tripterygium.
I risultati hanno mostrato che la miscela di Cordyceps era molto efficace nell'83,9% dei casi, efficace nel 12,9% delle volte e inefficace nel 3,2% delle volte, mentre il gruppo di controllo ha mostrato elevata efficacia nel 50% dei casi, efficacia nel 26,7% dei casi e inefficacia nel 23,3% dei casi.
Inoltre, i partecipanti hanno sofferto meno di effetti collaterali quando trattati con la miscela di Cordyceps.
Si dimostrò così che il Cordyceps e l’artemisinina potevano fermare la ricomparsa della nefrite lupica e proteggere i reni.
Nel complesso, questi studi sembrano concordare sul fatto che Cordyceps sinensis potrebbe essere di grande beneficio per molti malati di lupus eritematoso sistemico se incorporato nel loro protocollo di trattamento.
Cordyceps e Insufficienza Renale: Cosa Può Fare Il Fungo Dei Miracoli
La relazione cordyceps e insufficienza renale, tra l’azione di questo fungo ritenuto miracoloso in oriente e una delle malattie che perseguita milioni di persone nel mondo è al centro di questo articolo.
Quello che si vuole comprendere e approfondire è cosa possa fare concretamente il cordyceps in una situazione di insufficienza renale.
Questa problematica è la manifestazione finale di un danno progressivo dei reni che si è fatto permanente e che si caratterizza per una ridotta filtrazione glomerulare e un difficoltoso riassorbimento tubolare.
La distruzione dei nefroni può essere causata da:
- infezioni o ostruzioni del tratto urinario
- difetti renali congeniti
- disfunzione glomerulare
- diabete mellito
- lupus eritematoso sistemico
Cordycepe E Insufficienza Renale: Le 4 Fasi Della Malattia
Non ha molta importanza da dove si orgina questa problematica. Il problema è il punto di arrivo e non il nastro di partenza.
Infatti l’insufficienza renale è una problematica che ha una forte tendenza all’inesorabile progressione verso una sua manifestazione completa e permanente.
La valutazione dell’incedere dell’insufficienze renale avviene per mezzo di del calcolo di un valore:
- La VFG (velocità di filtrazione glomerulare): è una stima della funzione renale residua e pemette di seguire l’evolversi della malattia con una discreta precisione
Proprio in base a questo valore questa progressione può essere suddivisa in 4 stadi che portano dalla comparsa della problematica alla sua manifestazione terminale e permanente:
1- Primo Stadio: Si rilevano solo alcuni anomali valori ematici ma non ci sono sintomi particolari manifesti
2- Secondo Stadio: Iniziano ad alterarsi i livelli di acido urico, bicarbonato, fosforo e calcio e si accusa una sensibilità alla fatica più marcata
3- Terzo Stadio: Aumentano i sintomi legati ad una situazione di anemia, la pressione sanguigna si stabilizza su valori elevati e si rende necessario l’utilizzo di più farmaci per sostenere le ridotte capacità funzionali dei reni
4- Quarto Stadio: E’ il punto di non ritorno. Il rene non riesce più ad essere funzionale alle esigenze del corpo e si deve ricorrere alla dialisi. Un passaggio obbligato quando il livello di filtraggio glomerulare scende sotto il 15 ml/min
Cordyceps E Insufficienza Renale: Il Punto Di Vista Della Medicina Tradizionale Cinese
La medicina tradizionale cinese ritiene che l'insufficienza renale cronica sia causata da un deficit funzionale della milza e dei reni con accumulo di umidità.
Poiché il rene governa l’equlibrio idrico corporeo e la milza è responsabile del trasporto e della trasformazione dei liquidi, un aumento della carenza di Qi renale interromperà la funzione della milza e quindi aumenterà l'umidità corporea.
Man mano che la milza diventa più carente, l'umidità non solo si accumula, ma non vengono generati Qi e sangue e si sviluppano segni di insufficienza renale come l'anemia.
Secondo Anshen Shi, anche gli attacchi esterni, le lesioni interne e la dieta scorretta sono associati allo sviluppo della malattia.
Quando l'agente patogeno esterno attacca i polmoni e causa una carenza di Qi ai polmoni, il metabolismo dell'acqua è compromesso e ne risulta un accumulo di umidità. Questa condizione aggrava ulteriormente la carenza esistente.
Un lavoro eccessivamente stressante e il sesso smodato porteranno a ulteriori lesioni interne e quindi aumentera’ la carenza funzionale di milza e reni.
Una dieta scorretta metterà a dura prova la milza che a sua volta causerà un maggiore accumulo di umidità e quindi aumenterà ancora una volta la già presente carenza di milza e reni.
Gli Effetti Del Cordyceps Sull’Insufficienza Renale Cronica
Il Cordyceps sinensis ha dimostrato la capacità di aumentare e ridistribuire i fattori di crescita epidermica del tessuto renale, oltre ad accelerare il processo di recupero dei tubuli renali, favorendo così il rispristino della funzione renale.
La ricerca mostra anche che Cordyceps sinensis è in grado di:
- ridurre l'afflusso di calcio nella corteccia renale proteggendo l'attività dell'enzima ATP
- contenere il processo di perossidazione dei lipidi cellulari
- promuovere la formazione del DNA
- migliorare il metabolismo energetico dei mitocondri
Cordyceps E Insufficienza Renale: Cosa Ci Dice La Scienza
Studio 1
Nel 1984 i ricercatori dell'Università di Medicina Tradizionale Cinese di Shanghai hanno pubblicato uno studio sul trattamento dell'insufficienza renale cronica utilizzando principalmente Cordyceps sinensis.
I pazienti dovevano assumere da 4,5 a 6 g di Cordyceps al giorno, decotto e bevuto con il residuo di erbe.
I valori medi prima del trattamento erano 6,98 per la creatinina, 56,56 per il BUN, 17,72 il tasso di eliminazione della creatinina endogena (Ccr).
Dopo un ciclo di trattamento (circa 3 mesi) i risultati sono stati i seguenti: la creatinina è scesa a 6,09, il BUN a 48,65 mentre il Ccr era aumentato a 20,87.
Questi risultati hanno dimostrato chiaramente l'impatto positivo che il Cordyceps sinensis ha sul trattamento dell'insufficienza renale cronica.
Studio 2
Nel 2008, i ricercatori dell'ospedale Shandong Qian Fo Shan hanno pubblicato uno studio sull'effetto della combinazione della medicina cinese con la medicina occidentale per il trattamento dell'insufficienza renale cronica.
80 soggetti sono stati inseriti in questo studio.
40 pazienti hanno ricevuto da 3 a 5 g/giorno di Cordyceps sinensis per via orale e un decotto di rabarbaro-aconito per via rettale come clistere di ritenzione una o due volte al giorno insieme al consueto trattamento non dialitico.
Il gruppo di controllo ha ricevuto solo il trattamento tipico della medicina occidentale.
I risultati sono stati i seguenti:
- dal gruppo di controllo 23 pazienti sono migliorati, 14 in condizioni stabili, 3 sono peggiorati e non sono stati osservati evidenti cali di BUN e Scr.
- Il gruppo che ha ricevuto trattamenti sia cinesi che occidentali ha mostrato un miglioramento in 37 casi, 2 erano stabili, 1 aggravato e sia BUN che Scr erano notevolmente diminuiti.
I ricercatori hanno concluso che anche se la medicina occidentale ha fornito qualche miglioramento, la combinazione di medicina occidentale e cinese era in grado di raggiungere risultati migliori.
Cordyceps e Trapianto Di Rene: Dove Ti Può Aiutare Questo Fungo
In queste righe cercheremo di gettare un po di luce tra cordyceps e trapianto di rene in modo da avere più chiaro cosa può fare questo fungo orientale per tutti quelli che hanno subito il delicato intervento.
Il trapianto di rene è un intervento che ha preso sempre più piede nella medicina occidentale.
La sua importanza in determinate situazioni è data dal fatto che resta l’unico modo di sopravvivere all’insufficienza renale che si è cronicizzata e ha portato la funzionalità dei reni a non poter più assolvere alle esigenze dell’organismo. La sola strada da percorrere quando la problematica renale ha raggiunto il suo stadio terminale.
Infatti la dialisi, ossia quel trattamento che riproduce artificialmente la funzione di filtraggio dei reni, ripulendo il sangue da tutta una serie di prodotti di rifiuto, è una soluzione temporanea per gestire al meglio il tempo di attesa alla sostituzione dell’organo attraverso un intervento di trapianto.
Cordyceps E Trapianto Del Rene: I Particolari Dell’Intervento
Il successo delle operazione di trapianto del rene dipendono da una serie di elementi:
- le differenze antigeniche tra donatore e ricevente
- il tipo di risposta immunitaria instaurata dal ricevente
- la tipologia di trattamento immunosoppressivo somministrato al paziente
Sono tutti fattori che possono impattare sull’esito di questa tipologia di intervento chirurgico. Un influenza che si espande, di conseguenza, sulle aspettative di vita del trapiantato.
Altri fattori che potrebbero influenzare il successo del trapianto del rene sono:
- l'età del donatore e del ricevente
- la razza del paziente ricevente
- la durata della dialisi
- l'iperlipidemia
- l'ipertensione
- l'infezione da citomegalovirus
Gli Effetti di Cordyceps Sul Trapianto Di Rene
Il Cordyceps sembra poter rappresentare una possibile prima linea di difesa in una situazione di trapianto di rene.
La sua potenziale efficacia appare collegata alla sua capacità di equilibrare e controbilnanciare gli effetti collaterali indotti dall’utilizzo necessario di farmaci a largo spettro come la gentamicina e ciclosporina.
La gentamicina è un farmaco antibiotico utilizzato contro le infezioni batteriche, il cui uso prolungato può causare danni a livello renale.che danneggia i reni. Il consumo di Cordyceps, in questo caso, sembra poter fornire una protezione adeguata.
La ciclosporina è un farmaco immunosoppressore e antinfiammtorio utilizzato nei casi di trapianto di organi al fine di evitare o contenere i fenimeni di rigetto.
Sfortunatamente, la sua azione potrebbe danneggiare i reni causando la costrizione dei vasi sanguigni e danni cellulari a livello glomerulotubulare.
Una situazione che, nel lungo periodo, può portare ad una situazione di insufficienza renale acuta.
Tra gli altri effetti collaterali si contempla la comparsa di:
- diabete mellito
- ipertensione
- cancro
- vulnerabilità alle infezioni
Cordyceps e Trapianto Del Rene: Cosa Ci Suggerisce La Scienza
Nel 1995 F. Xu e altri ricercatori hanno esplorato il potenziale miglioramento della nefrotossicità da ciclosporina indotto dall’azione del Cordyceps sinensis in pazienti trapiantati di rene.
In questo studio, 69 pazienti sottoposti a trapianto di rene sono stati divisi in due gruppi.
Il gruppo A (39 pazienti) hanno ricevuto ciclosporina e placebo
Il gruppo B (30 pazienti) ha ricevuto Ciclosporina e Cordyceps sinensis.
I risultati hanno indicato che il gruppo B mostrava meno segni di nefrotossicità rispetto al gruppo A e che la differenza tra i due gruppi aumentava con il tempo.
Ad esempio, i livelli di BUN (Blood Urea Nitrogen, indice di azoto ureico) per il gruppo A erano circa 11 mmol/l prima del trattamento, 17 mmol/l dopo 5 giorni di trattamento e 20 mmol/l dopo 15 giorni di trattamento.
I livelli di BUN del gruppo B erano a circa 10 mmol/l prima del trattamento, 14 mmol/l a 5 giorni di trattamento e 15 mmol/l dopo 15 giorni.
Poiché la concentrazione minima di ciclosporina nel sangue non è cambiata in entrambi i gruppi, i ricercatori hanno concluso che il Cordyceps sinensis aveva effettivamente un effetto protettivo contro la nefrotossicità da ciclosporina.
Questo studio sembra dimostrare che il Cordyceps sinensis abbia effettivamente un effetto positivo sull'esito del trapianto di rene nei pazienti sottoposti a questo tipo di intervento.
Cordyceps e Fegato Grasso: Fatti Aiutare Da Questo Fungo
Questo post mi servirà per analizzare il rapporto tra cordyceps e fegato grasso. L’obiettivo è sottolineare ed evidenziare gli effetti benefici che questo fungo dalla capacità “miracolose”, può mettere sul piatto in caso di steatosi epatica.
Questa malattia, comunemente chiamata “fegato grasso” è caratterizzata da un eccessivo accumulo di grassi (nello specifico trigliceridi) nelle cellule del fegato.
E’ originato generalmente da:
- una dieta esageratamente ricca di grassi
- un consumo eccessivo di alcol
Il punto di arrivo è presto detto: l’incapacità del fegato di smaltire i grassi con tutte le conseguenze negative del caso.
La fase iniziale è caratterizzata da una sostanziale assenza di sintomi ma nel suo evolversi può arrivare ad una situazione di cirrosi dannenggiando in modo definitivo la capacità operativa del fegato.
Cordyceps e Fegato Grasso: Una Lente D’Ingrandimento Sulla Problematica
Nel tentativo di comprendere i confini di questa malattia appellandosi ai numeri, possiamo dire questo: quando il peso dei grassi che si sono accumulati nel fegato sorpassano di 5 punti percentuali quello del organo stesso si può iniziare a parlare di steatosi epatica o fegato grasso.
La fascia più colpita, secondo le statistiche sta in quel ventennio che che compone la distanza tra i 40 e i 60 anni di età. Ma la tendenza degli ultimi anni indica una diffusione, progressivamente più marcata in fasce di età più giovani.
Come detto, non è semplice “scoprirla” dato che i sintomi restano a lungo silenti. Ma resta una problematica più comune di quanto si pensi.
La prevenzione è l'arma principale contro il fegato grasso e i rischi di un suo sviluppo.
Ridurre i grassi, l'alcol e gli zuccheri, contenere il consumo di carne rossa e di latticini, allenarsi con continuità, perdere i chili di troppo e impostare il proprio regime alimentare su verdure e frutta, appaiono i comportamenti più adatti per prevenire la comparsa della malattia.
Un atteggiamento preventivo è importante dato che non esistono trattamenti farmacologici specifici per la cura della steatosi. In molti casi si seguono gli stessi percorsi curativi utilizzati per il diabete.
Il segno più evidente della presenza di di steatosi è il cosiddetto “fegato brillante”, così chiamato per l'anomala luminosità in corrispondenza dell'organo nelle immagini rilevate da un’ecografia addominale, che resta la prova strumentale più affidabile nella diagnosi della problematica.
Gli Effetti Del Cordyceps Sul Fegato Grasso
La medicina tradizionale orientale sembra ritenere che il fegato grasso sia causato da un accumulo di calore umido e catarro nel fegato.
Il Cordyceps possiede un innegabilmente effetto protettivo e riparatore sul fegato. Tuttavia, il modo in cui ciò viene realizzato rimane poco chiaro.
Alcuni suggeriscono che il fungo inibisce la sintesi di TGFβ1mRNA che a sua volta provoca il rallentamento dell'espressione di TGFβ1 e PDGF che a sua volta ridurrà la deposizione di collagene nel fegato.
Man mano che la malattia si sviluppa, aumentano anche i depositi di collagene. Quindi la capacità di contenere i depositi di questa sostanza dovrebbe rallentare e possibilmente fermare la progressione di questa problematica
Inoltre, il Cordyceps sinensis è in grado di normalizzare il livello degli enzimi epatici e quindi di migliorare la funzionalità epatica complessiva.
Cordyceps e Fegato Grasso: Cosa Evidenzia La Scienza
Studio 1
Nel 2008 Wang Ting ha pubblicato uno studio sull'effetto del Cordyceps sinensis sul fegato grasso nei ratti.
Sono stati utilizzati 40 ratti divisi in quattro gruppi uguali.
Il primo gruppo non era affetto da steatosi.
Il secondo aveva il fegato grasso e non ha ricevuto alcun trattamento.
Il terzo accusava la malattia ed è stato trattato con cordyceps
Il quarto era il gruppo di controllo (aveva il fegato grasso ed è stato sottoposto solamente ad una dieta ristretta)
I risultati in termini di enzimi epatici erano i seguenti:
- il livello di AST per il primo gruppo era 180,3, per il secondo 240,3, per il terzo 190,5 e per il quarto 220,3
- i livelli di ALT per il primo gruppo era 59,3, per il secondo 90,6, per il terzo 62,6 e per il quarto 80,7
Risultati che indicano chiaramente che il Cordyceps sinensis è più efficace della dieta e produce anche risultati vicini a quelli dei soggetti non ammalati.
Studio 2
Nel 2006 Yang Zhao-xia ha studiato l'effetto di Cordyceps sinensis sul fegato grasso nei ratti e il possibile meccanismo molecolare ad esso associato.
Sono state utilizzate 32 femmine di ratto e divise in 4 gruppi.
Un gruppo composto da 8 ratti, è stato trattato con la sola dieta a basso contenuto di grassi.
I restanti 24 ratti sono stati sottoposti a una dieta ricca di grassi, divisi tra chi non è stato trattato con nulla, chi con una somministrazione salina, chi con il cordyceps.
Si è cercato di valutare l'istopatologia epatica, i livelli sierici del fattore di necrosi tumorale alfa e l'espressione di UCP2mRNA.
I risultati sono stati decisamente chiari: il cordyceps sembra in grado di inibire il processo di steopatite che deriva da una situazione di steatosi epatica non alcolica abbassando il TNFα sierico e tissutale e riducendo la sovraespressione di UCP2.
Studio 3
Nel 2003 Yu-Kan Liu e Wei Shen hanno studiato l'effetto inibitore del Cordyceps sinensis sulla fibrosi epatica.
Per questo esperimento hanno utilizzato un gruppo di controllo normale, un gruppo di controllo modello e un gruppo CS.
Al gruppo modello è stato somministrato CCl4 ed etanolo mentre al gruppo CS è stato somministrato anche Cordyceps sinensis.
I risultati hanno evidenziato che i valori ematici ALT, AST, HA e LN sierici erano significativamente diminuiti nel gruppo CS rispetto al gruppo modello.
Una conclusione che ha portato a ritenere il Cordyceps sinensis in grado di inibire la fibrogenesi epatica derivata da un danno epatico cronico e ritardare lo sviluppo della cirrosi.
In questo articolo porremo la nostra attenzione sul rapporto tra cordyceps e Cirrosi al fine di avere pù chiaro e comprensibule l’azione del fungo “sacro” della tradizione cinese sulla grave malattia epatica.
La cirrosi rappresenta lo stadio terminale della malattia epatica alcolica.
È associata a situazioni croniche di alcolismo o epatite in cui il fegato subisce danni irreversibili.
Nella fase iniziale della malattia il fegato mostra la comparsa di una specie di noduli fini e regolari sulla sua superficie. Man mano che la malattia progredisce, i noduli diventano più grandi e più irregolari nelle dimensioni e nella forma.
Nel tempo questi noduli possono andare a restringere la vena epatica riducendo così il flusso sanguigno che va ad irrorare il fegato, causando una situazione di ipertensione portale (l’elevata pressione sulla vena porta) e una possibile ostruzione del flusso biliare verso il duodeno.
Un processo che nel suo evolversi ci consegnerà nelle braccia di splenomegalia e ascite per poi progredire verso complicazioni epatiche definitive come cancro o epatite cronica.
Cordyceps e Cirrosi: Cosa Ne Pensa La Medicina Tradizionale Cinese
La medicina tradizionale orientale punta il dito verso un fegato grasso per l'accumulo di umidità e calore nel fegato e nella cistifellea.
Quando il caldo umido è dovuto a cause interne, la condizione è cronica e generalmente deriva dal consumo eccessivo di cibi grassi e dal consumo di alcol per lungo tempo.
Quando il calore umido è associato a cause esterne la condizione è acuta generalmente origina da un ambiente caldo umido o da alimenti contaminati.
Quando è presente l'umidità, il flusso di Qi diventa lento e si può sviluppare calore. Questa situazione può peggiorare con il consumo di cibi ricchi di grassi nocivi e alcol.
Gli Effetti Del Cordyceps Sulla Cirrosi
Sono stati dimostrati effetti benefici del cordyceps sulla cirrosi.
Il fungo-bruco sembra in grado di proteggere il fegato da ulteriori lesioni bloccando la degenerazione degli epatociti, ma anche di ridurre la quantità di deposito di collagene e di setti fibrosi nel fegato. Sembra poter inoltre contenere le dimensioni e il numero delle varicosità.
Dei ricercatori giapponesi hanno anche concluso dai loro studi che il cordyceps possiede l’abilità di aumentare il metabolismo del fegato aumentando così i livelli di ATP che a loro volta possono promuovere la riparazione cellulare.
Il Cordyceps è capace di ridurre la pressione nella vena porta epatica che generalmente accompagna una situazione di cirrosi.
Sfortunatamente l'esatto meccanismo con cui ciò avviene non è ancora chiaro in quanto rimane poco studiato e analizzato.
Possiamo ipotizzare che anche in questo caso possano essere in gioco meccanismi simili a quelli suggeriti per la malattia del fegato grasso.
Cordyceps e Cirrosi: Cosa Ci Racconta La Scienza
Studio 1
Nel 1996, Wang Yaojun ha studiato gli effetti terapeutici del Cordyceps sinensis sulla cirrosi scompensata.
Per un mese, a 18 pazienti nel gruppo di trattamento è stato somministrato Cordyceps sinensis mentre a 16 pazienti nel gruppo di controllo è stato somministrato acido glucoronico.
Nel gruppo di trattamento sia i livelli sierici di ALT che di bilirubina sono diminuiti mentre i livelli di albumina sono aumentat
Anche l'ascite è scomparsa in un lasso di tempo più breve e i sintomi sono migliorati più velocemente nel gruppo di trattamento.
I ricercatori hanno affermato che non sono stati osservati effetti collaterali negativi
Si è concluso che il Cordyceps sinensis può molto sostenere con efficacia il percorso di cura della cirrosi
Studio 2
Nel 1994, Xu Lieming ha pubblicato uno studio sull'effetto del trattamento della cirrosi post-epatica con l'estratto di Cordyceps sinensis.
Ai pazienti sono stati somministrati 4,5 g di Cordyceps per via orale su base giornaliera per un periodo di 3 mesi.
All'esame, la durezza e il colore del fegato erano migliorati, mentre le varici erano diminuite insieme all'edema e all'ascite.
La degenerazione degli epatociti è stata arrestata e i setti fibrosi ridotti nella maggior parte dei casi. I depositi di collagene sono diminuiti in più della metà dei pazienti.
Si è concluso che il Cordyceps sembra poter essere un trattamento appropriato per la cirrosi poiché è in grado di inibire l'iperplasia del tessuto fibroso nel fegato.
Cordyceps ed Epatite: Un Fungo Per Un Fegato Sano E Funzionante
Cordyceps e Epatite: Occhi Puntati Sulla Malattia Epatica
Ci sono diversi tipi di epatite:
1) Epatite A
L'epatite A è causata da un piccolo virus, privo di involucro, contenente RNA ed è generalmente benigno e autolimitante.
Viene generalmente preso da crostacei, latte o acqua infetti.
Molto raramente l'epatite A evolve in epatite fulminante (necrosi delle cellule epatiche che porta a insufficienza epatica) e morte per insufficienza epatica.
2) Epatite B
L'epatite B è associata a un virus con DNA a doppia elica. La malattia può evolvere in epatite acuta o epatite cronica che a sua volta può diventare cirrosi, o epatite fulminante.
Il paziente può anche diventare un portatore della malattia.
L'epatite B viene trasmessa attraverso il sangue e il contatto sessuale poiché la maggior parte delle secrezioni corporee contiene il virus.
3) Epatite C
L'epatite C è associata a un virus a RNA a singolo filamento e si trasmette attraverso il sangue.
Poiché è stato rilevata anche nei fluidi corporei, può essere trasmessa anche tramite contatti sessuali ad alto rischio.
Nella maggior parte dei casi è inizialmente asintomatica, ma alla fine la malattia si trasforma in epatite acuta o epatite cronica.
4) Epatite D
L'epatite D è causata da un virus a RNA difettoso e si trasmette attraverso il sangue e il sesso.
La malattia può evolvere in epatite acuta o cronica, ma richiede l'aiuto del virus Hep B.
Una volta che ha infettato una persona già contaminata dal virus Hep B, generalmente aumenterà la gravità dell'infezione a volte fino al punto di convertirla in una epatite fulminante.
5) Epatite E
L'epatite E è causata da un virus a RNA a singolo filamento privo di involucro.
Trasmessa per via oro-fecale, anche se non produce epatite cronica o non fa diventare il paziente portatore, l'epatite E tende a svilupparsi in epatite fulminante e quindi a causare la morte.
Quando l'epatite acuta persiste per più di 6 mesi, si dice che il paziente abbia sviluppato un'epatite cronica.
Questa malattia può essere persistente o attiva.
Quando persistente, l'epatite è generalmente benigna poiché viene rilevata poca morte cellulare.
Può tuttavia svilupparsi nella forma attiva che mostra una necrosi cellulare progressiva.
Cordyceps e Epatite: L’Approccio Della Medicina Tradizionale Cinese
La medicina tradizionale orientale vede nell'epatite un’origine esterna:
- dall'eccesso di cibo
- dal consumo di alcol smodato
- dai lesioni interne
- da traumi emotivi
- dal processo di invecchiamento
Con l’epatite il Qi sbilanciato e nocivo va in profondità nel sangue ed è di natura umida e calda.
Non solo danneggia il sangue, ma colpisce anche il Qi e quindi provoca il ristagno di Qi e Sangue.
Qualsiasi altro apporto di calore umido nel corpo peggiorerà la situazione.
Le cause interne possono essere limitate all'eccesso di cibo caldo, piccante, dolce o grasso, al consumo di alcol e allo stress emotivo.
Il tipo di dieta sopra descritto danneggerà la milza e quindi causerà umidità che a sua volta causerà la formazione di calore.
Quando a causa di stress emotivo il fegato sarà colpito, il ristagno di Qi in questo organo causerà la formazione di calore e farà sì che il fegato agisca in modo eccessivo sulla milza.
La conseguente carenza funzionale della milza creerà quindi umidità che si unirà al calore per produrre un ambiente caldo-umido.
L'invecchiamento è generalmente associato ad una carenza funzioanle della milza. Anche il Qi positivo diventa così debole e smette di combattere efficacemente il Qi malvagio e l'invasione può facilmente verificarsi.
Il calore umido causerà la stasi del Qi e del sangue così come il catarro, ma il calore causerà danni allo yin, al sangue e ai liquidi.
L'umidità è tuttavia il fattore dominante e la malattia in quanto tale può rimanere minore per anni.
Solo quando il Qi positivo diventa troppo debole la malattia diventa grave.
Gli Effetti Del Cordyceps Sulla Malattia
Gli effetti del Cordyceps sinensis sull'epatite sono molteplici:
- Aiuta a regolare l'immunità cellulare e quindi innalza il grado di protezione difensica dalle cellule infette
- Decompone il collagene e ammorbidisce il fegato
- Promuove la rigenerazione delle cellule aiuta a ridurre l'affaticamento associato ai casi di epatite
- Abbassa i livelli ematici di ALT e aumenta l'albumina
- Sembra migliorare la funzione epatica generale e allevia i sintomi associati alla malattia epatica
Ancora una volta gli esatti meccanismi con cui avvengono questi miglioramenti non sono completamente chiari.
Come Regolarsi Nell’Assunzione Di Un Integratore A Base Di Cordyceps
Innanzitutto c’è da dire che il cordyceps sinensis, come detto, è difficile da raccogliere e la sua rarità lo porta sui mercati ad un prezzo decisamente elevato.
Per questo, al fine di renderlo più facilmente commercializzabile, nella maggior parte degli integratori a base di questo fungo, viene immesso un estratto di una forma sintetizzata di cordyceps, il cosidetto Cordyceps CS4.
Per questo e per ottenerne i maggiori effetti, preoccupati sempre di leggere l’etichetta e di affidarti a prodotti di qualità.
Dosaggio
Essendo limitata la ricerca condotta sugli esseri umani, non vi è unanimità sul dosaggio consigliato a cui attenersi nell’assunzione di questo fungo.
Possiamo dire che “convenzionalmene” il dosaggio di cordyceps più diffuso resta all’interno di una forbice che va dai 1000 ai 3000 milligrammi al giorno.
Sembra quella che possa garantire i massimi benefici senza esporre agli effetti collaterali e a proposito di questi ultimi ….
I Possibili Effetti Collaterali Del Cordyceps
Anche qui, l’affermazione di “non tossicità” del cordyceps, la sosteniamo fidandoci più della sua lunga tradizione di utilizzo nella medicina tradizionale cinese piuttosto che delle risultanze di studi scientifici precisi che ancora mancano.
Sta di fatto che il governo cinese ne ha approvato l’uso negli ospedali e lo ha riconosciuto come rimedio naturale sicuro.
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