Dipendenza Affettiva: Come Uscirne E Liberarsene Per Sempre
Spesso passa sotto le antenne della nostra consapevolezza. Proprio per questo, probabilmente il numero di chi ne è colpito è molto più grande di quello che pensiamo. Di sicuro è per questo che la dipendenza affettiva ha un impatto così negativo sulla nostra esistenza.
Chi ne soffre mette nelle mani di un'altra persona la propria felicità. Un atto di fiducia però che presenta più rischi che benefici.
In fondo si gioca con un proprio vuoto interiore che tentiamo di riempire con le attenzioni dell’altro. Attenzioni che non sono mai sufficienti e che diventano necessarie come l’acqua per un beduino nel deserto.
Quel vuoto si rivela incolmabile. E’ un vuoto creato dalla mancanza di autostima, dall’assenza di fiducia in se stessi. Si è convinti di non piacere, di non essere abbastanza, di non essere all’altezza.
Si è certi che l’abbandono dell’altro non sia una possibilità da considerare ma solo una questione di tempo. E in questa lotta contro il tempo ogni situazione critica viene vissuta come una questione di vita o di morte. Si fa di tutto per accondiscendere all’altro. Si cerca in ogni modo di corrispondere alle sue esigenze. Ci si scolpisce a somiglianza di quello che si pensa sia il suo ideale.
E alla fine si raccoglie il contrario di quello che si voleva.
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Dipendenza Affettiva: Un Modo Patologico Di Vivere Una Relazione
Spesso si finisce a non riuscire più ad accendere il desiderio di chi sta con noi, perché abbiamo tolto ogni distanza al rapporto. Quella distanza vitale in cui, di solito, ogni partner getta i suoi dubbi e attraverso questi, risente l’esigenza del dover conquistare ancora una volta l’altro.
Senza quella distanza, però, l’altro non percepirà più lo spazio e il bisogno di fare un passo verso di noi, e va a finire che andrà a cercare stimoli da chi glieli sa dare.
Una conclusione che veste di realtà quell’insana paura di abbandono che il dipendente affettivo vive fin dall’inizio di un percorso perverso che prende la forma finale del cerchio che si chiude.
La dipendenza affettiva è di certo un modo patologico di vivere una relazione. Spesso è l’incontro tra un soggetto fragile e un soggetto che tende alla manipolazione. Un turpe incontro psicologico tra un concavo e un convesso.
Il dipendente affettivo vive in una prigione, in uno stato di costante sofferenza. Privo di autonomia emotiva, il suo “buio psicologico” è abitato da paure, angosce e tristezze che lo tengono in angolo.
Il Mostro Della Paura Dell'Abbandono
Prendere le distanze da questa tipologia di relazione è un passo arduo perché il mostro della paura dell’abbandono ci impedisce di percepire il terreno sotto i piedi. Quel terreno fatto di dignità e rispetto di sé su cui poggia una sana fiducia in se stessi e una sana relazione sentimentale.
La dipendenza affettiva si nutre di un viscerale desiderio di legarsi a qualcuno. Un legame che va oltre la persona che ne è oggetto ma che nasconde un ancestrale bisogno di essere accettati e amati.
Voglio essere chiara .... non è “strano” soffrire per amore. Chi non ci è mai passato in fondo?
Il problema nasce nel momento in cui nell’assenza dell’altro non troviamo più una ragione valida per dare un senso alla nostra vita.
E’ sempre tua la colpa in un litigio?
Vivi un senso di inferiorità al suo cospetto?
Nel quadro della coppia lui è al centro e tu fai solo da contorno?
Splendi solo della sua luce riflessa?
Nel silenzio di un telefono che non squilla inizia il prologo di una tragedia d’amore?
Attacchi d’ansia, senso di pesantezza al petto, crisi nervose, depressione … tra un dipendente affettivo e un drogato "classico" c’è chi non noterebbe differenze.
Il Terrore Di Restare Soli
Alla base di una dipendenza affettiva c’è il terrore del “restare soli” e del dover fare i conti con ciò che si è perso nel diventare adulti o del ciò che non si è mai avuto e ci è mancato fin dall’infanzia.
Il dipendente emotivo non vede nell’altro il principe azzurro o la bella addormentata ma colui o colei che gli impedisce di vedere quel vuoto interiore che gli fa tanta paura. Una paura al cospetto della quale è disposto a sacrificare la propria libertà personale.
Il vissuto di chi soffre di dipendenza affettiva è spesso contraddistinto da un’infanzia fatta di trascuratezza e abbandono. I dipendenti affettivi, nella maggior parte dei casi, sono stati bambini con bisogni non soddisfatti o almeno non completamente.
Sono spesso figli di genitori iper-protettivi che hanno sempre fatto le cose al posto loro, impedendo la formazione di una sana e progressiva indipendenza o di genitori assenti o evitanti che non c’erano al momento del bisogno che li hanno fatti sentire di poco valore.
Il riverbero di quella sofferenza li porterà ad attaccarsi a qualcuno in modo morboso, annullando la propria personalità e azzerando i propri desideri.
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Dipendenza Affettiva: I Sintomi Che Ci Aiutano A Riconoscerla
Ci siamo concentrati, sin qui, sulla dipendenza affettiva all’interno di un relazione sentimentale. In questo contesto i segni che devono farci sentire qualche campanello d’allarme sono diversi:
- Davanti allo specchio non vedi te stesso ma il riflesso dell’altro. Guardi il mondo dal suo oblò, esiste solo la sua prospettiva. E non è il segno di una sensibilità empatica straordinaria ma il sintomo di un comportamento ossessivo.
- Hai bisogno di stare sempre con l’altro. L’assenza è percepita come abbandono. La paura veste i panni della gelosia … quella che acceca non quella che accende …
- L’altro diventa il centro e tutto il resto è sullo sfondo. Famiglia? Amici? … forse nei ritagli di tempo … La paura dell’abbandono ti morde le caviglia e ti sussurra all’orecchio “ogni secondo con lui/lei è prezioso e potrebbe essere l’ultimo”
- All’altro è concesso tutto pur che rimanga con noi. Una specie di contratto che firmiamo ancora prima di scriverlo.
- Ti sforzi di entrare nel modello di partner che lui/lei ha in testa. Ti fai cerchio anche se sei nato/a quadrato/a.
- Neghi l’evidenza di una relazione che non funziona. Vedi nella sofferenza di stare con l’altro un qualcosa di più sopportabile di stare con il tuo “vuoto”. Non senti gli allarmi, non vedi i lampeggianti. E chi te li fa notare va allontanato.
- Vivi in una tragedia dove sei il protagonista. Tutto è vissuto sul limine di un’emotività esplosiva. Incomprensioni che diventano litigi furiosi. Scambi di opinioni che diventano duelli all’arma bianca.
- Ti dilani nell’ossessione che l’altro possa perdere interesse nei tuoi confronti. In fondo sei convinto di non piacere abbastanza, di non essere abbastanza …
- Immerso in un viscerale senso di insicurezza ti aggrappi ad un’esigenza ossessiva di controllare il partner. Sapendo di valere poco non comprendi il perché l’altro stia con te e di questo cerchi sempre conferme
- Se il suo abbandono si materializza, trovarne un altro/a diventa un'esigenza. Come trovare un rene a una persona in dialisi. Una corsa contro il tempo ….
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Dipendenza Affettiva: Come Uscirne
Uscire da una dipendenza affettiva è un percorso che presenta delle complessità. Non basta aprire la porta della prigione in cui siamo vissuti, dobbiamo trovare la forza e il coraggio di varcare quella soglia.
E non è semplice se tutt’intorno vedi solo burroni e precipizi.
Bassa autostima, mancanza di fiducia, assenza di amore e rispetto verso se stessi e il rifiuto di riconoscere il bisogno di avere un proprio posto nel mondo, compongono un arsenale psicologico decisamente inadeguato per affrontare la battaglia contro il mostro della paura dell’abbandono.
Il “non posso vivere senza di lui o lei” è un fardello mentale che ha poco a che fare con il romanticismo spinto di certi film. E’ una frase che nasconde il grido di quel vuoto interiore che pretende da noi una sola cosa: essere scrutato dagli occhi della nostra coscienza.
Di seguito ti elenco una serie di spunti di riflessione con la speranza che ti possano fornire quell’input necessario per iniziare un percorso di rinascita se ti ritrovi in una situazione di dipendenza affettiva. In fondo lo ha scoperto Newton … “un corpo in moto tende a restare in movimento”. Il problema di qualsiasi maratona sta in quel maledetto primo passo …
1- Hai bisogno di spazio … il tuo spazio
Hai perso per strada la tua identità, quell’insieme di caratteristiche, virtù e difetti che ti rendono un esemplare unico di una razza tanto diffusa su questo pianeta.
Puoi ritrovarla solo all’interno di uno spazio mentale e psicologico in cui tu possa percepire dei confini. Siamo un “uno” connesso con un “tutto”. Tutto ci appartiene nel momento in cui prendiamo coscienza di quello che ci divide.
2- Il tuo sacro Graal si chiama …. Autonomia
La tua sopravvivenza, in questo caso psicologica, non può dipendere da qualcun altro.
Nel passaggio tra "l’essere una vittima delle circostanze" e l'essere il "fabbro del proprio destino" si consuma l’incontro straordinario tra il nostro interno e il nostro esterno. Si completa l’avventura dell’uomo che si realizza.
3- La tua casa si chiama … Fiducia in te stesso
Il dipendente affettivo vive quotidianamente immerso in un dramma: l’altro è sia l’oggetto del suo desiderio che la sua più grande paura.
Dalla sua presenza dipende il proprio equilibrio mentale e psicologico, dalla sua possibile assenza prende energia il suo terrore più grande. Vive tra questi due estremi senza mai trovare, nel punto di mezzo, il proprio equilibrio.
Un punto di mezzo che custodisce il tesoro più prezioso: la capacità di percepire il proprio valore, indipendentemente da ciò che si è diventati o da ciò che si è ottenuto.
4- Vivere in Superficie Significa Sopravvivere
Non c’è un’altra soluzione, non esiste un’altra strada. Devi essere disposto a scendere nel tuo profondo, devi avere l’intenzione di incontrare la tua anima.
Devi trovare il coraggio di sederti accanto a quel bambino sconsolato, ferito e abbandonato per convincerlo che la vita lo sta aspettando. Talvolta l’unico modo per scegliere quale strada prendere ad un incrocio è voltarsi indietro per vedere da dove si proviene.
5- Alla Scoperta del Qui … Alla Ricerca dell’Ora
Per uscire da una dipendenza affettiva devi smettere di avere paura. Per farlo devi renderti consapevole di una cosa: la paura è sempre una propaggine del passato o una proiezione nel futuro.
Il momento in cui vivi e il posto in cui sei, possono anche non corrispondere ai tuoi desideri ma restano il posto e il momento più importanti per te.
Quello in cui puoi cambiare … cambiare quello che non ti piace di ciò che sei stato e cambiare quello che ti fa paura di quello che potresti essere …
6- L’amico Più Sincero: la Solitudine
Farsi amico il più acerrimo dei propri nemici. Prendere confidenza con la solitudine.
Guardare in faccia il mostro più temuto. Per la persona che soffre di dipendenza affettiva è senza dubbio il passo più arduo. Il passo che si compie tra i due confini del proprio precipizio interiore.
Eppure è il passo necessario per scoprire nella propria “morte” l’unica possibilità di "rinascita".
7- Tornare ad Amarsi per Amare gli Altri in modo Sano
Ce lo hanno inculcato come un piacere da godere ogni tanto, ma "l’amare se stessi" è un dovere da sperimentare come stile di vita. Ci è stato venduto come il prodotto dell' egoismo da prendere con le pinze ma "l’avere cura di se stessi" è l’atto più altruistico che possiamo fare.
Donare agli altri la nostra felicità, la nostra voglia di vivere e la nostra energia è il regalo più grande che possiamo fare al mondo. Un contributo doveroso per chi vive il nostro tempo. Un mondo felice è fatto di persone felici.
Un risultato che di deve ricondurre ad una premessa fondamentale: il mondo ti chiede di essere felice con lui… non di sacrificarti per lui!!!
8- Chiedere Aiuto E’ un Atto di Coraggio
Quando sei in fondo al pozzo chiamare qualcuno che ti allunghi una corda per risalire può essere la soluzione migliore. Devi ripredere confidenza con chi sei, con il tuo corpo, con il tuo valore, con la tua identità.
Attraversare la foresta in compagnia di qualcuno non ti eviterà di provare paura ma ti darà maggior coraggio nel proseguire.
Chi ti guarda dall’esterno potrebbe farti notare quei piccoli miglioramenti che fungeranno da fondamenta per la costruzione di un nuovo te stesso: una persona che nel viaggio verso il proprio centro ritroverà la voglia di affrontare le sfide della vita.
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