un corpo al massimo

HIIT: Ma Noi … Da Dove Veniamo?

Questo è l'articolo che fa parte di un percorso di comprensione più ampio sulla pratica dell'HIIT, High Intensity Interval Training, l'allenamento ad alta intensità di frequenza. Il punto di partenza di questo tragitto lo trovi qui: HIIT: Allenamento Ad Alta Intensità Di Frequenza

L'Allenamento Ad Alta Intensità Di Frequenza Fa Parte Della Nostra Storia

Ho sempre avuto una convinzione: se qualcosa funziona in fatto di salute per l’uomo è perché sposa e rispetta il nostro processo evolutivo. Si adegua e si allinea a quello che siamo stati per milioni di anni, fin dagli albori della nostra comparsa su questo pianeta.

Ecco allora che per conoscere il perché, l’allenamento ad alta intensità di frequenza sia tanto efficace nel mantenerci in forma e in piena salute, è necessario osservare come ci siamo “mossi” fin da quando avevamo una grotta per casa e riparo.

Di certo il nostro percorso evolutivo è stato ed è un viaggio entusiasmante che che ha portato una mezza-scimmia che faticava a reggersi su due gambe a trasformarsi in un essere umano in grado di percorrere i 100 metri in meno di 10 secondi.

La conquista della nostra posizione eretta è stato il traguardo che ci ha permesso di diventare i padroni incontrastati di questo pianeta.

Siamo passati dall’essere dei nomadi primitivi alla sedentarietà della scoperta dell’agricoltura, dalla rivoluzione industriale e all’era moderna del digitale.

hiit da dove veniamo

Ma se tracciamo una linea temporale e la dividiamo in queste 4 grandi tappe, possiamo notare come l’uomo nomade e primitivo copra gran parte del nostro tempo evolutivo.

La maggior parte del nostro tempo, trascorso su questo pianeta, l’abbiamo passato da cacciatori-raccoglitori.

Un periodo di tempo talmente lungo che in qualche modo ci portiamo ancora appresso e non può essere stato cancellato dalla sedentarietà, dall’industrializzazione o dalla digitalizzazione.

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Una Priorità: Non Sprecare Energia

Senza dover prendere una laurea in antropologia e passare il tempo a studiare teschi e ossa dello scheletro, ci è facile immaginare, che l’uomo primitivo non aveva bisogno di ritagliarsi a fatica un’ora della giornata da dedicare all’esercizio fisico.

Il dover procurarsi del cibo e del riparo in un luogo spesso a lui ostile, era già più che sufficiente per mantenere il proprio corpo agile e in forma.

Anzi, il suo problema era diametralmente opposto al nostro: doveva conservare il più possibile energia per concentrarla nel momento giusto e non trovare dei passatempi per scaricare quella in più.

Un’attenzione da cui dipendeva la propria soppravvivenza.

Era possibile non trovare il cibo per un’intera giornata o più e capitava anche di dover affrontare dei veri e propri periodi di carestia.

La gestione delle proprie energie era una capacità vissuta sulla linea che divide la vita dalla morte.

Quell’ordine biologico alla conservazione energetica è probabilmente ancora scritto nel nostro genoma, anche se, in un’età dove l’obesità è la vera pandemia che miete vittime in tutto il mondo, è un concetto che potrebbe farci sorridere.

Ma è il nostro stile di vita ad essere stato rivoluzionato in un’arco temporale relativamente breve, non quello che siamo stati per milioni di anni.

E’ quell’ordine alla conservazione energetica a imporci di scegliere da sempre la via più breve e meno dispendiosa per arrivare a ciò che desideriamo.

Un comando biologico utile per milioni di anni, ma che adesso si sta rivelando pernicioso. Oggi che non dobbiamo più sforzarci per arrivare al cibo, lo otteniamo a “buon mercato” pagando il prezzo in sovrappeso, obesità, depressione, debolezza cronica e malattie.

 

Lo Sforzo Di Sopravvivere

Il solo “sforzo” di sopravvivere per il nostro antenato cavernicolo richiedeva delle capacità fisiche non indifferenti.

Correre, lottare, alzare pesi, scattare, fuggire, difendersi ecc per trovare cibo e riparo al fine di mantenersi in vita pretendeva un fisico energico in grado di sfruttare al massimo le proprie potenzialità espressive.

Ci si manteneva in forma in modo naturale, quando oggi lo possiamo fare solo trovando motivazione e disposizione all’impegno adeguati.

E possiamo replicare quel tipo di attività fisica sostenuta allora dall’esigenza di sopravvivere, praticando l’HIIT e prendendo coscienza che con un corpo sano avremo la possibilità di vivere più a lungo.

Senza un fisico agile e scattante, se prima si poteva morire di fame, oggi si può morire di eccesso di cibo.

La storia cambia la sua trama ma il finale è lo stesso.

L’uomo primitivo doveva essere resistente, flessibile e con una tenuta polmonare e cardiovascolare notevole.

Ma per sopravvivere doveva affinare equilibrio, coordinazione, riflessi, potenza, agilità e essere attento a ridurre il più possibile il rischio di ferite e lesioni che potevano rivelarsi fatali.

Infine doveva coltivare la resilienza per affrontare un’esistenza fatta di giornate incerte, dove si poteva trovare cibo, ma anche no. Dove si era chiamati a sforzi sovraumani per poi doversi dedicare al riposo per recuperare le energie perse.

Insomma tutto ci porta a pensare ad un vita “ad alta intensità di frequenza” come l’allenamento oggetto di questo percorso.

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Aumento Della Massa Muscolare

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Effetti Visibili In Poco Tempo

Un Viaggio Evolutivo Ad Alta Intensità Di Frequenza

Acquisire maggiori capacità di resistenza nella corsa sembra essere stato la prima missione del primitivo essere umano che stava appropriandosi di una posizione eretta più sicura e meno claudicante.

E’ questo il messaggio che ci lanciano:

- le modifiche strutturali alla spalla per rendere più stabile la testa

- le gambe che si allungano per disperdere meno energia

- la maggior capacità di assorbire gli urti della parte inferiore del corpo

- l’evoluzione della forma del piede

- gli adattamenti oculari finalizzati a mettere a fuoco meglio le immagini in movimento

- la crescita della voluminosità dei glutei

- molto utili nella corsa più che nel camminare

- la progressiva perdita della folta peluria che ricopriva i primi ominidi, che andava a migliorare la termoregolazione corporea, fondamentale per garantire uno sforzo fisico protratto nel tempo.

Tutto ci racconta che ci siamo evoluti per correre meglio e in modo più efficiente. Se ci accordiamo su questa conclusione, ci rimane da domandarci il perché?

Quello che sappiamo è che per sopravvivere, in quel tempo, dovevamo saper raccogliere tutto quello che poteva nutrirci e pian piano abbiamo dovuto affinare delle tecniche di caccia.

 

Raccogliere, Raccogliere e Raccogliere … Ma Anche Cacciare

Frutta, bacche, noci e perché no, l’avanzo di carcasse lasciate da altri predatori molto più efficienti di noi nella caccia diretta, erano gli ingredienti della nostra dieta.

Non lasciarci sfuggire tutto quello che poteva fornirci l’energia per rimanere in vita era il mantra di un essere che proprio nel poter accedere al midollo osseo delle carogne trovate qua e la, ha potuto sfruttare la potenza di un contenuto altamente lipidico che ha favorito il nostro primo sviluppo cerebrale.

Ma per trovare frutta e semi o per trascinare le carcasse trovate era necessario percorre lunghe distanze e saper resistere a degli sforzi intensi.

La necessità di quel primo uomo, che lottava per sopravvivere in un luogo ostile era chiaro: doveva crescere in resistenza fisica.

Ovvio che con il passare del tempo le sue esigenze nutritive si facevano sempre più stringenti e limitarsi a racimolare frutta, bacche e semi o a guardare leoni o tigri banchettare con le loro prede in attesa di godersi qualche resto, non poteva più bastare.

Così lo spirito di adattamento, il vero segreto che ci ha portato fino ai giorni nostri, ci ha condotto a sviluppare delle primordiali tecniche di caccia che si sono sempre più evolute con il passare del tempo.

Avevamo deciso: il cibo non lo avremmo più aspettato ma ce lo saremo andati a prendere.

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Muscolatura Da Gladiatore

Migliora Le Prestazioni Fisiche

Alza Il Livello Di Testosterone

Inizia La Caccia: Quella Di Persistenza

Ma come poteva cacciare un essere sorretto su due piedi che non aveva né lo scatto bruciante, né gli artigli e le zanne dei grandi felini?

Diciamo che a partire da circa 2 milioni di anni fa gli essere umani non hanno avuto scelta: hanno puntato sulla caccia di persistenza che consistenva nello sfinimento della preda inseguita, tracciata e braccata per lunghi tratti.

Tutte le altre tecniche, più evolute e più efficaci, sono venute dopo, e ricoprono sulla lunga linea evolutiva umana pochi e brevi tratti.

Per la maggior parte del tempo, l’uomo ha cercato di sfruttare la sua principale capacità: la resistenza fisica.

Non poteva prevalere nel corpo a corpo con la maggior parte degli animali allora presenti, strutturalmente e muscolarmente più potenti. Mantenere la calma e correre, su questi presupposti l’uomo ha implementanto le sue possibilità di sopravvivenza.

Maggiore era la distanza in cui si svolgeva la “partita”, più possibilità aveva di spuntarla.

L’oculatezza nel scegliere il bersaglio più adeguato alle proprie possibilità era poi, molte volte, la discriminante per abbassare il rischio di ogni sfida: quello di perdere.

Il surriscaldamento della preda e il suo conseguente sfinimento fisico era il terreno da preparare con estrema cura per avere la meglio e garantire a se stessi e ai membri del proprio gruppo di vedere, ancora per un po’, il sole sorgere al mattino.

Lance, frecce, trappole ecc, sarebbero, come detto, arrivate più tardi ma quello che siamo stati per milioni di anni è evidente: un essere che ha affinato la sua capacità di resistenza fisica.

Cosa che in qualche modo, deve essere ancora scritto nel nostro DNA.

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Più Forza, Più Resistenza

Riduce La Fatica

Accelera Il Metabolismo

Ci Siamo Sviluppati Con L’HIIT

Il nostro corpo si è adattato nel corso della sua evoluzione per essere incredibilmente adatto alla corsa di resistenza e quello che dovremmo fare, a mio avviso, è impegnarci in attività fisiche di intensità variabile per elevare sempre di più il nostro stato di benessere generale.

E’ quello che in fondo abbiamo fatto per la maggior parte del tempo trascorso su questa terra.

Eppure oggi, scegliamo spesso, invece di esercitarci su cyclette o tapis-roulant in programmi di allenamento che prevedono la stessa velocità e intensità per tutto il tempo.

Non è qualcosa di “naturale” per noi, e sicuramente non è il mezzo migliore per esercitare il nostro corpo.

Come umani, se ci pensi, passiamo la vita ad intesità variabile, ancora oggi. Ci viene ancora naturale. Dal risveglio all’andare al lavoro, dalle nostre attività sportive a quelle culturali, il ritmo della nostra frequenza cardiaca cambia in continuazione.

Ma non c’è mai “lotta” in quello che facciamo oramai, non ci sono “grandi sforzi” da affrontare, come siamo stati abituati quotidianamente per milioni di anni.

Il nostro antenato aveva questo problema: conservare il massimo dell’energia per avere tanta forza da spendere nei momenti importanti in cui si giocava le proprie possibilità di esistenza.

Noi abbiamo il problema contrario: cercare delle attività in cui consumare quel surplus energetico apportatoci da un cibo fin troppo disponibile.

Ma è chiaro che l’attività intermittente è scolpita nella nostra genetica.

E’ quando raggiungiamo intensità elevate che abbiamo la possibilità di evolvere e rispettare la linea che abbiamo seguito da sempre.

Probabilmente, esiste un legame che possiamo definire “emotivo”, ben fossilizzato dentro di noi, tra il fare qualcosa alla massima intensità e il pericolo.

 

Possediamo Una Strabiliante Capacità Di Adattamento

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D’altronde per lunghe migliaia di anni, abbiamo messo il massimo delle energie per procurarci del cibo o per scappare e non essere il cibo di qualcuno.

Forse, quindi, non c’è da meravigliarsi se nella velocità massima, ancora oggi, sentiamo l’adrenalina scorrere. La secrezione a pioggia di quell’ormone ha sempre introdotto o una lotta o una fuga.

La summa del nostro istinto di sopravvivenza.

Quello che ci riporta al segreto della nostra lunga sopravvivenza sul pianeta: un impareggiabile spirito di addattamento che ci porta ad un evoluzione continua.

E’ qui che voglio riallacciare questo lungo e apparentemente slacciato discorso all’allenamento ad alta intensità di frequenza.

Più estremi sono gli stimoli che diamo al nostro corpo, più profondo e rapido è la sua possibilità di addattamento.

E nel far questo assolviamo al compito affidatoci dall’evoluzione: crescere nelle nostre capacità adattive senza mai fermarci. Cosa che non possiamo ottenere dal classico allenamento continuo a frequenza costante.

Il rinchiuderci in un ambiente chiuso, sovralimentato ed eccessivamente sedentario non si allinea a quello che siamo stati per milioni di anni.

Una comodità raggiunta che però ci costa molto in termini di obesità e malattie.

Non fa parte della nostra natura, non segue la linea che abbiamo tracciato per migliaia di generazioni. Una linea che viene ripresa nei concetti che stanno alla base della filosifia dell’allenamento ad alta intensità di frequenza.

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Steve Leggero è un naturopata e coach che si sta dedicando alla divulgazione di contenuti relativi all'ottimizzazione della salute, al miglioramento delle prestazioni fisiche e mentali, alla longevità e al benessere in generale.

Vive a Malta e ha una lunga esperienza di studi in tutto ciò che riguarda alimentazione e salute. Ha iniziato a collaborare con il sito divulgativo www.vadoalmassimo.net dove si occupa della sezione Benessere Fisico e scrive articoli su digiuno intermittente, dieta chetogenica, alimentazione sana ecc.

Al momento è molto impegnato nella scrittura di libri, nel tenere corsi e conferenze, nella creazione di contenuti digitali e molto altro

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