La Sindrome Dell’Abbandono: Lasciare Per Il Terrore Di Essere Lasciati

La sindrome dell’abbandono è un fenomeno psicologico complicato, il cui motivo scatenante può originarsi da un trauma o da una perdita. La paura dell’abbandono è stata osservata ed indagata da diversi punti di vista.

E’ un timore che divampa in piccoli “incendi emotivi” come possono essere:

- degli ostacoli improvvisi sul percorso di crescita cognitiva ed emotiva

- le ferite non completamente rimarginate delle relazioni passate

- esperienze di vita sociale traumatiche o comunque problematiche

Sebbene, la sindrome dell’abbandono, non venga inclusa, ufficialmente, tra le forme di fobia, rimane una delle paure più diffuse e più dannose. Le persone che soffrono di sindrome da abbandono finiscono spesso per percorrere i soliti binari morti che hanno portato alla fine delle precedenti relazioni.

Proprio l’approcciarsi a questo “intimo timore” con il solito comportamento disadattivo porta a rendere reale quell’abbandono di cui siamo terrorizzati. La sindrome dell’abbandono, nel suo manifestarsi, può avere effetti devastanti sulla nostre psiche.

Comprendere la paura che soggiace alla sindrome di abbandono è un passo determinante per imparare a disinnescarne il potenziale distruttivo.

Paura Di Essere Abbandonati: Perché Nasce E Si Sviluppa La Sindrome Dell’Abbandono

In psicologia, la sindrome dell’abbandono non è considerato un disturbo mentale fine a se stesso, ma viene inglobata nelle tipologie di ansia e trattata come tale.

Sono molte e varie le teorie che si sono avventurate nella spiegazione della paura dell’abbandono.

E’ diffusa la convinzione che i comportamenti e le reazioni che abbiamo all’interno delle relazioni che sperimentiamo nel presente, siano il risultato di quanto appreso e delle paure sorte durante il periodo dell’infanzia.

 

La Sindrome Dell’Abbandono: La Teoria Della Costanza Dell’Oggetto 

Per la teoria delle relazioni oggettuali, che ha tentato di ribaltare alcuni assunti dell’analisi freudiana, un “oggetto” nella mente, può simboleggiare sia una persona, sia una parte di essa o di un qualcosa e sia entrambe le cose.

Con il termine di “costanza dell’oggetto”, si è introdotto il concetto che anche quando una persona non è fisicamente davanti a noi, la nostra esperienza di essa cambia poco. Un condizione correlata alla “permanenza dell’oggetto” studiata da Piaget. In pratica il bambino impara  che gli oggetti continuano ad esistere anche quando sono fuori dalla sua vista.

La costanza dell’oggetto si sviluppa nei primi 3 anni di età.

Mano a mano che un bambino cresce, i periodi di separazione, dal punto di vista temporale, si allungano e diventano l’intera mattinata passata a scuola o il fine settimana passato da un amichetto.

Il bambino che ha sviluppato una “costanza dell’oggetto” in modo sano comprende che le relazioni per lui importanti non vengono intaccate da un periodo temporaneo di separazione.

Ma questo processo di comprensione può venire interotto da un trauma e dare orgine a quella sindrome dell’abbandono che può essere sperimentata anche in età adulta.

La morte o il divorzio sono situazioni comuni ma che possono essere traumatiche per un bambino e lo sviluppo della sua comprensione critica.

I figli di un genitore appartenente all’esercito, quelli i cui genitori sono spesso assenti o sono negligenti davanti ai loro bisogni fisici, psichici ed emotivi sono decisamente a rischio sotto questo aspetto.

 

Ansia Da Abbandono: Un Viaggio Nella Mitologia

La storia di ogni popolo è ricca di racconti al limite della fantasia più spinta. Uno dei modelli di racconto che si ripetono in ogni cultura è quella dell’amante abbandonato o rifiutato. Molte volte veste i panni di una donna sedotta dal “conquistatore irresistibile” e poi abbandonata dalla volubilità degli interessi del proprio partner.

Miti e leggende che secondo Carl Jung sono diventate parte del nostro subconscio collettivo. E’ come, ad un livello primordiale, noi avessimo interiorizzato una serie di archetipi e li avessimo resi parti determinanti della nostra visione condivisa del mondo.

E nel profondo di ognuno di noi si staglia un proprio mito “personale” che diverge da quello delle altre persone e che, sempre secondo Jung, è il frutto dell’interpretazioni che abbiamo fatto dell’incoscio collettivo nelle esperienze di vita che abbiamo avuto.

Da questo punto di vista la sindrome dell’abbandono è da una parte collegata ai miti universali e condivisi ma dall’altra, il grado della sua gravità, dipende da come ognuno di noi interpreta i propri ricordi.

 

La Paura Dell’Abbandono: Le Esperienze Del Passato 

Nel diventare adulti, tutti passiamo attraverso a dei cambiamenti significativi. La morte di una persona cara, un amico che si allontana, la fine di una relazione sentimentale, il cambio di scuola, il matrimonio, la nascita di un figlio … sono tutte situazioni che non possono non avere un impatto sul nostro mondo psichico ed emotivo.

E sebbene l’evoluzione ci ha dotato di una capacità adattiva alla mutevolezza delle condizioni in cui ci troviamo, decisamente straordinaria, non è raro rimanere bloccati, lungo questo processo di crescita esperenziale, nello stagno del rimpianto del tempo passato. Una specie di lutto di quel tempo felice che non esiste più.

Un abbandono improvviso e traumatico, come può essere la perdita di una persona cara per una violenza o una tragedia diventa il terreno fertile per la crescita di un erbaccia infestante nel giardino della nostra mente: la paura dell’abbandono.

La Sindrome Dell’Abbandono: Segni E Sintomi

Tutti, in qualche modo, ogni giorno, lottiamo con una qualche forma di paura. Non sono poche le persone, in tutto il mondo, che si trovano a dover avere a che fare con delle vere e proprie fobie.

Quando si entra nella sfera delle relazioni e si parla di sindrome dell’abbandono ci si può ritrovare a discutere di:

- persone che si attaccano in modo morboso a partner che tendono ad essere assenti

- individui che non riescono ad impegnarsi veramente con qualcuno e si portano appresso il pesante fardello di un passato fatto da rapporti brevi e poco intensi

- soggetti super impegnati nel lavoro che fanno molta attenzione ad affezionarsi troppo

- persone, soprattutto donne, che si rassegnano ad una sessualità insoddisfatta

- individui che si aggrappano con le unghie a relazioni decisamente malsane

- soggetti che si profondono in sforzi immani pur di piacere e accontentare il partner

- persone che hanno delle grosse difficoltà a lasciarsi andare dal punto di vista emotivo

- individui che si sentono perennemente insicuri e indegni di amore

- soggetti che hanno un’estrema difficoltà a fidarsi dell’altro

- persone ossessivamente gelese

- individui inclini a farsi travolgere dall’ansia di abbandono

- soggetti spesso esposti agli strali della depressione

- persone iper-riflessivi che si perdono in continui ghirigori mentali indotti da un ossessiva esigenza di “comprendere” significati sempre più profondi di ciò che gli accade

- individui che soffrono di una forma di ipersensibilità alle critiche

- soggetti incapaci di contenere la propri rabbia e di gestire un problema

- persone che si dilaniano sotto i colpi di un senso di colpa mai domo

La Paura Dell’Abbandono: Come Impatta In Una Relazione

Le modalità di manifestazione della sindrome dell’abbandono sono estremamente soggettive. Alcune persone la limitano al terrore di perdere il proprio partener. Altre la espandono al timore di “rimanere a piedi” in tutte le relazioni interpersonali significative della propria vita.

Per avere un quadro più preciso di come quel senso di abbandono nasce e si trasforma in un vera e propria fobia dell abbandono all’interno di una relazione voglio ricorrere ad un esempio pratico. Un esempio suddiviso in fasi che corrisponde al comune evolversi di una relazione sentimentale, ma potrebbe anche adattarsi ad un rapporto di amicizia stretta.

 

1- La Fase Della Conoscenza

A questo livello ci si sente al sicuro. Non c’è ancora nessun coinvolgimento emotivo profondo che ci possa destabilizzare. Continui a goderti una “tua” vita che ora è arricchita da degli incontri con una persona che ti piace.

Non c’è ombra di sindrome dell’abbandono.

 

2- La Fase Della “Luna Di Miele

Si passa di livello e si arriva ad una profondità maggiore di un rapporto: quella del reciproco impegno.

Ti senti in sintonia con l’altro e sei disposto a sorvolare alle eventuali folate di vento che soffiano in senso contrario. Inizi a passare la maggior parte del tuo tempo con l'altro. Ti diverti e ci trovi un senso, sempre. Inizi a sentirti “preso” dall’altro.

 

3- La Fase Del Rapporto Vero E Proprio

La fase della “luna di mielenon può essere eterna.

Non importa quanto il grado di armonia percepita ci faccia volare in mondi al limite del paradisiaco, prima o poi, la realtà di riporta sulla terra, nella vita reale, tra le mille faccende e le tante preoccupazioni, che la contraddistinguono.

Persone care che si ammalano, problemi familiari che insorgono, lavori da protare a termine che ci reclamano, soldi che mancano e tempo per fare le cose che non è mai abbastanza.

Per chi soffre di sindrome dell’abbandono questo passaggio alla realtà diventa delicato.

Potrebbe risvegliare quella tendenza ad interpretazioni che conoscono una sola direzione: non ci può essere altra spiegazione di un allontanamento se non la voglia di abbandonarci. Potresti anche scegliere di non esprimere questo tormento ma questo non vuol dire evitare di esserne lacerato.

 

4- la Fase della Superficialità

Tutte le persone sono “umane”. Un termine che in questo contesto significa “imperfette”. Ognuno di noi vive stati d’animo diversi in tempi diversi anche davanti alle stesse situazioni.

Non ci si può aspettare di essere sempre e costantemente al primo posto nella mente di qualcuno.

Mano a mano che si entra in un rapporto è inevitabile che si possa cadere, ogni tanto in quello strato di “considerazione superficiale” dove l'altro diventa “scontato” proprio perché ci ha abituato alla sua presenza.

E’ quel messaggio a cui non riceviamo risposta, è quella telefonata che rimane muta o è quella richiesta di passare una serata con i proprio amici.

Ovvio che la normalità di queste situazioni è data dal non superare mai un certo livello finendo per strasbordare in una vera e propria perdita di interesse.

 

5- la Fase Della Reazione

Ma altrettando ovvio che per chi vive nella paura di essere abbandonato anche questi “piccole” mancanze di attenzione sono in grado di portare il grado di allerta al livello più elevato.

Anche una “buca” viene visto come un precipizio che si è ingoiato l’amore che il nostro partner nutriva per noi. Il trauma da abbandono si ripresenta sulla scena e prende il controllo della nostra mente.

A quel punto, tra i sofferenti della sindrome dell’abbandono, c’è chi diventa appiccicoso come la più fastidiosa delle sanguisuga ed alza le proprie esisgenze di attenzione a livelli insoddisfabili.

Altri scelgono la via della fuga preventiva come se la ritirata anticipata ci risparmiasse dall’onta della sicura sconfitta. Altri ancora si assumono sulle spalle tutto il peso di un presunto e lacerante senso si colpa e si profondono in uno sforzo sovraumano nel tentativo di scolpire la propria immagine a somiglianza del “partner perfetto” quello che non si può davvero pensare di poter abbandonare.

La realtà è che spesso, il partner non si trova nel livello superificiale del rapporto, perché ha perso “il peso” dell’amore che lo manteneva in profondità. Quelle “assenze” vissute come un tradimento sono solo il frutto di un momento disconessione reciproco.

In una relazione sana si riconoscerebbero quei momenti per quello che in realtà sono: una reazione normale a situazioni contingenti che hanno poco a che fare con la relazione con l’altro.

Magari si può arrivare a sentirsi turbati ma mai minacciati come accade in chi cade tra le spire di una sindrome da abbandono.

Sindrome Dell’Abbandono: Come La Vede Il Partner Che Ne E’ Vittima

Il tuo cambiamento comportamentale improvviso non può essere compreso dal tuo partner, la cui vista non è offuscata dalla paura dell’abbandono.

Non può avere la ben che minima idea che possa spiegare il fatto che sei passato/a dall’essere fiduciosa e rilassata ad avere il “fucile puntato” caricato di sospetto e pretese di risposte.

Non è facile mettersi a ragionare con chi è travolto dai venti della sindrome dell’abbandono. Le rassicurazioni date non saranno mai sufficienti a calmargli la tempesta interiore.

Una situazione che, se protratta nel tempo, andrà inevitabilmente a minare la solidità di una relazione che appariva inattaccabile. Come uno schiaffone che ti arriva addosso mentre stavi dormendo mentre uno ti grida in faccia che “stavi solo sognando”.

Fobia Dell’Abbandono: Strategie Per Gestirla

Se la sindrome dell’abbandono si manifesta in modo lieve potrebbe essere gestita imparando a riconoscere i possibili inneschi e apprendendo un nuovo modello comportamentale come risposta.

Il problema è che nella maggior parte dei casi la paura dell’abbandono propaga le sue radici nelle profondità della nostra mente. Tanto che ricorrere all’aiuto di uno psicoterapeuta, spesso, diventa una necessità se si vuole realmente cambiare i nostri pensieri e i nostri comportamenti.

Probabilmente una delle migliori strategie è di lavorare sulla comprensione della paura di fondo che sta alla base della sindrome dell’abbandono, ma accompagnando questo lavoro con la costruzione di un senso di appartenza ad un gruppo più espanso di persone.

Invece di focalizzare tutta la propria energia sul solo partner appare più funzionale impegnarsi nella costruzione di un solido gruppo di amici che possa svolgere un ruolo di supporto importante nella nostra vita.

Spesso il punto debole di chi accusa la sindrome dell’abbandono è proprio questo: avere un percorso di crescita contraddistinto da una sensazione di scollegamento dagli altri. Ma non è mai troppo tardi per cambiare direzione.

In qualuque fase della vita ti trovi, è importante imparare a circondarsi di persone con cui condividere il proprio approccio esistenziale. Fai un elenco dei tuoi hobbies e delle tue passioni e trova qualcuno che condivida i tuoi interessi.

Se può essere vero che condividere una passione non si traduce matematicamente in una grande amicizia, avere gli stessi interessi è un buon trampolino di lancio verso un rapporto più stretto. Avvicinarti alle tue passioni ti permetterà anche di rinsaldare la fiducia in te stesso e renderti in grado di far fronte ad ogni ostacolo ti si pererà davanti.

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Mick Manara

Giornalista, Motivatore ed Esperto di Crescita Personale, Mick Manara si è aggregato allo staff di Vadoalmassimo.net per occuparsi di Benessere Mentale e di Miglioramento delle performance personali e professionali. 

La sua variegata preparazione e la sua spiccata curiosità ci potrà regalare spunti interessanti e coinvolgenti al fine di alzare il livello qualitativo della nostra esistenza.

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