
Calmare La Rabbia: Equilibrio, Consapevolezza E Non-Attaccamento
Calmare la rabbia è un percorso lastricato di “attaccamenti” da cui liberarsi.
Più ti aggrappi alle tue idee mentre gli altri si oppongono e più sarai arrabbiato. Più ti leghi emotivamente agli altri e più il tuo stato di benessere dipenderà dalle loro azioni e reazioni.
Quando riesci a percepirti come un’entità emotiva connessa con tutti ma non legata in modo indissolubile a nessuno, puoi, da una parte, accettare la piena responsabilità di quello che dici e di quello che fai, e, dall’altra, aumentare il tuo livello di compassione.

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Come Gestire La Rabbia: Coltiva Il Non Attaccamento
Coltivare il non-attaccamento, non significa rinunciare ad avere proprie opinioni o credenze o rinunciare al sentirsi molto vicini agli altri. Vuol dire, al contrario, rimanere aperti e accoglienti ma rinunciare a inutili rigidità.
Il non-attaccamento è la chiave per liberarti dalle strette catene dell’ego e per essere in grado di vedere il mondo anche dai punti di vista altrui senza però farti coinvolgere troppo a livello emotivo. Da una posizione di non-attaccamento è più semplice poter ascoltare, convalidare ed esplorare le opzioni possibili.
Più rigida è l’impostazione del tuo ego e più alzerai barriere difensive. Il non-attaccamento è una qualità della fiducia in se stessi che ti apre al cambiamento continuo senza ossessioni.
Non-Attaccamento: Il Concetto Di Fondo
Il concetto di “non-attaccamento” è spesso frainteso, poiché in tanti pensano che ci si riferisca all’impossibilità di avere delle proprie preferenze o delle proprie credenze o al dovere di sottoscrivere l’idea che nulla è certo e sicuro.
Ma non è così. Il non-attaccamento si traduce nel riconoscimento che in ogni momento c’è l’opportunità di incontrare informazioni che potrebbero darti una prospettiva più completa.
Riconoscere di avere solo una conoscenza parziale delle cose, può essere spaventoso per il tuo ego. Ma se guardi al mondo come ad un lungo viaggio in cui puoi raccogliere conoscenza ad ogni angolo della strada da percorrere, allora puoi percepire la “potenza” dell’essere aperti a nuove informazioni.
Ovvio che devi avere la forza e la disciplina di mettere da parte il tuo ego per ottenerlo. Ti assicuro che la vita dell’eterno studente può rivelarsi eccitante. E anche molto efficace per calmare la rabbia nei momenti opportuni.

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Calmare La Rabbia: Disinnescare L’Effetto Nocivo Del Desiderio
Il Buddha lo ha predicato centinaia di anni fa: la sofferenza deriva sempre da un desiderio.
Più desideriamo qualcosa e ci convinciamo che per essere felici dobbiamo averlo, più soffriamo se non lo otteniamo. Se vogliano che gli altri vivano secondo le nostre convinzioni ma non lo fanno, soffriamo. E’ la sofferenza che porta alla rabbia e al conflitto.
Il desiderio e l’attaccamento vanno a braccetto. Più desideriamo che gli altri credano in ciò che crediamo noi, che pensino come pensiamo noi, che si comportino come ci comportiamo noi, più siamo turbati quando non lo fanno.
Il desiderio in sé e per sé, ovviamente, non è sbagliato o cattivo “a priori”, e non tutti i desideri causano sofferenza. Dopotutto, il desiderio di conoscere gli altri può aiutarci a connetterci con loro. Il desiderio di migliorare può condurci a un percorso di crescita. Quindi, solo perché il desiderio può causare sofferenza non significa che lo faccia sempre.
Come Controllare La Rabbia: Equilibrio e Consapevolezza
L'equilibrio è la chiave per calmare la rabbia, così come la consapevolezza.
È utile essere coscienti del fatto che più sei attaccato a qualcosa (persone, cose, idee), più sarai turbato se qualcosa si frappone tra te e l’oggetto del tuo attaccamento.
Ci sono due motivi per cui il tuo attaccamento può impedire un’interazione efficace e aumentare la rabbia e il conflitto:
1- Il grado in cui sei attaccato a ciò in cui credi
2- Legare il tuo benessere al fatto che gli altri debbano comportarsi secondo i tuoi convincimenti
Non essere indissolubilmente attaccato alle tue idee è una delle modalità più efficaci per aggirare la risposta del “combatti o fuggi” che può innescarsi nell’altro. Ma ci vuole un alto livello di maturità e autostima per gestire al meglio il rifiuto delle idee che metti sul tavolo.
Però, più mostri un certo distacco da quello che dici, più permetti l’altro di valutarlo con obiettività, senza la pressione del dover essere per forza d’accordo con te.
Se accetti il fatto di avere sempre da imparare, allora puoi sentire che tu non sei le tue idee, perché ogni momento ha il potenziale per portarti nuove informazioni che possono aggiungere o alterare ciò che pensi, conosci e credi.
Da questa prospettiva, il disaccordo degli altri nei confronti di quello che proponi non è un attacco alla tua persona. Non c’è bisogno di “suonare il corno”, ritirarsi tra le mura e prepararsi ad una battaglia senza quartiere. E’ la prospettiva del non attaccamento.
E’ la strada maestra per sapere come calmare la rabbia.

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